Corte dei Conti, partecipate in rosso in 7 regioni, tra cui la Campania.

La Corte dei Conti con, al centro, il suo presidente SquitieriBilanci in profondo rosso che superano di gran lunga gli utili. E’ l’allarme lanciato dalla Corte dei Conti che, nella relazione sulle partecipate locali, accende un faro su sette regioni. Lo squilibrio tra utili e perdite è fortissimo in Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. In quest’ultima ci sono 117 milioni di perdite e 36 di utili. I piani di razionalizzazione delle partecipate, previsti dalla legge di Stabilità, “sono stati presentati da oltre la metà degli enti” di Lombardia, Umbria, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, mentre percentuali più basse si riscontrano nelle altre Regioni. Così la relazione annuale della Corte dei conti sulle partecipate.

Al 19 giugno 2015 risultano censite nella banca dati Siquel della Corte dei Conti 7.684 partecipate locali, di cui quasi 2mila (1.898) totalmente pubbliche (con uno o più enti partecipanti). E’ quanto si legge nella relazione dei magistrati contabili in cui si sottolinea che quelle attive sono 6.402 mentre le altre sono cessate o in liquidazione. Nelle oltre 4mila partecipate locali analizzate dalla Corte dei Conti emerge “la netta prevalenza degli affidamenti in house, mentre le gare con impresa terza risultano essere soltanto 90, su un totale di 26.324 rapporti tra enti e organismi, e gli affidamenti a società mista, con gara a doppio oggetto, 366”. Lo dice la Corte dei Conti nella relazione annuale al Parlamento sulle partecipazioni degli enti locali. Il 17,55% dei Comuni (1.414 su 8.057) “non risulta in possesso di partecipazioni in società/organismi”

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