Guida Librerie dona 32.000 libri alle carceri italiane.

Libreria-Guida-Logo-300x248Arriveranno venerdì 12 giugno, nelle biblioteche di 202 carceri italiane, i 32mila volumi di narrativa contemporanea che la Guida editori ha donato agli istituti penitenziari del Paese, nell’intento di offrire un contributo al programma di recupero sociale dei detenuti.

L’iniziativa, siglata tra la casa editrice napoletana e la Direzione nazionale delle carceri, nella persona del direttore generale del D.A.P., il dottor Santi Consolo, muove nella direzione di coniugare cultura e vita sociale, anche per offrire agli ospiti degli Istituti momenti di riflessioni e per migliorare la qualità della vita di tutti i giorni arricchendo il patrimonio bibliotecario, consentendo opportunità ai lettori che devono tradursi in progetti di nuova vita, in speranza, in occasioni di crescita interiore.

I libri scelti trattano esperienze di vita di personaggi celebri, alcuni dei quali, pur vivendo inizialmente in condizioni di difficoltà, sono poi riusciti a tirarsi fuori e dovrebbero oggi servire da “gancio” per gli altri che attraversano momenti non facili: tra i tanti, Sophia Loren, Enzo Gragnaniello, Lorenzo Insigne. In alcuni casi, si tratta proprio di napoletani cresciuti in ambienti difficili ma che hanno avuto la capacità di farcela e trovare il successo.

Dichiara Diego Guida, oggi al timone della omonima casa editrice: “Per me è un onore aver avuto la possibilità di donare i miei libri al carcere. I libri, di per sé, sono porte aperte verso la libertà, e dunque è proprio a Poggioreale come a Rebibbia, che possono svolgere con maggiore incisione il loro compito. D’altra parte il nostro impegno nel sociale è sempre stato massimo, perché l’unico modo per rendere migliore una comunità e arricchire un territorio è la crescita culturale. L’augurio è che questi piccoli ma significativi testi aprano la mente dei lettori e li invitino a credere di più in loro stessi, nella vita di fuori che li aspetta, e nei risultati positivi che possono raggiungere lavorando sodo e con umiltà”.

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