Istat, Noi Italia, industria, agricoltura, energia e trasporti, in Italia 64 imprese per 1000 abitanti.

noi_italia_2015Strutture produttive
Nel 2012, in Italia operano circa 64 imprese ogni mille abitanti, un valore tra i più elevati del continente europeo: solo sei paesi (Repubblica Ceca, Portogallo, Slovacchia, Grecia, Svezia e Malta) hanno una densità di imprese più elevata, mentre i principali partner (Francia, Germania e Spagna) presentano valori più bassi. A livello nazionale, con l’eccezione del Nord-ovest, prosegue la lieve ripresa registrata a partire dal 2011, che ha segnato un’inversione di tendenza rispetto alla distruzione netta di attività economiche operata dalla crisi.

Il tasso di imprenditorialità – calcolato come rapporto tra numero di lavoratori indipendenti e totale dei lavoratori delle imprese – sfiora il 30% in Italia, il più elevato fra i paesi dell’Unione europea nel 2012. Tra le maggiori economie dell’area, Germania e Francia presentano quote decisamente più contenute (8,4 e 7,4%). Sul territorio nazionale, la propensione all’imprenditorialità è maggiore nel Mezzogiorno (37%) che nel Centro-Nord (28%).
La dimensione media delle imprese italiane è pari a 3,9 addetti ed è tra le più contenute a livello europeo: solo Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Grecia presentano valori inferiori. Sotto il profilo territoriale, la dimensione media risulta più bassa nel Mezzogiorno (2,8).

Il turnover lordo delle imprese, che fornisce una misura del grado di dinamicità di un sistema economico, in Italia è pari al 15%. I valori sono alquanto diversificati a livello regionale: una maggiore instabilità si riscontra nel Mezzogiorno, mentre il Nord-est si caratterizza per una minore nati-mortalità delle imprese. A livello europeo, l’Italia mostra valori di turnover lordo più bassi rispetto alla maggior parte dei paesi per i quali è possibile il confronto e vicini a quelli di Francia e Germania.
La struttura produttiva dell’economia italiana appare altamente diversificata a livello territoriale. Rispetto alla media nazionale, nel Mezzogiorno prevalgono le microimprese, sia di servizi sia dell’industria, nel Nord-ovest è più diffusa la grande industria, nel Nord-est le micro e piccole imprese dell’industria e nel Centro le grandi imprese dei servizi.
Cresce il ruolo delle donne nelle istituzioni non profit attive in Italia. Le lavoratrici retribuite sono 636 mila, circa il doppio dei colleghi maschi, e rappresentano quasi il 67% del totale. Tra i dirigenti la quota delle donne è appena inferiore al 36%.

Agricoltura
Nel 2012, è pari a 132,4 euro il valore aggiunto per addetto del settore per 100 euro di costo unitario del lavoro, in aumento rispetto al 2011. La migliore performance si riscontra nel Nord-ovest, grazie alla maggiore presenza di aziende di grande dimensione; le altre ripartizioni registrano valori inferiori alla media nazionale.
La superficie investita nelle coltivazioni legnose è di circa 1.480 mila ettari, in diminuzione dell’1,6% rispetto al Censimento 2010. L’olivo si conferma la coltivazione più diffusa, nel 2012 rappresenta il 75% di quella complessiva.
Nel 2013 sono stati distribuiti in agricoltura 0,94 quintali di fertilizzanti semplici per ciascun ettaro di superficie agricola utilizzata (0,3 quintali in meno rispetto al 2012), con una intensità più elevata nelle regioni settentrionali. Tra il 2001 e il 2013 la diminuzione è di quasi il 40%. Nello stesso anno sono state distribuite circa 118 mila tonnellate di prodotti fitosanitari e 55,6 mila tonnellate di principi attivi. L’impiego di principi attivi misurati in chilogrammo per ettaro di superficie agricola utilizzata ha subìto una diminuzione rispetto al 2012, passando da 4,81 a 4,33 chilogrammi per ettaro. Dal 2005 il trend risulta in continua flessione.

 

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse dei consumatori europei per la qualità dei prodotti agroalimentari. In questo ambito l’Italia occupa una posizione di rilievo e registra il numero di certificazioni più elevato a livello comunitario. Al 31 dicembre 2013 le specialità agroalimentari italiane con marchi di qualità sono 261. Oltre all’Italia le produzioni di qualità sono valorizzate in Francia, Spagna e Portogallo.
Il numero di aziende agrituristiche italiane sfiora le 21 mila unità, gestite da donne in più di un terzo dei casi. A livello territoriale, circa un quinto è concentrato in Toscana.

Energia
In Italia il consumo pro capite di energia elettrica risulta inferiore alla media europea e a quello degli altri paesi di grandi dimensioni, come Regno Unito, Spagna, Germania e Francia (anno 2012). Nel 2013 i consumi elettrici nel nostro Paese sono pari a 4.856,0 kWh per abitante. Rispetto al 2012, il consumo complessivo di energia elettrica aumenta nel settore dell’agricoltura e nel terziario mentre si riduce nell’industria e nel settore domestico.
La produzione lorda di energia elettrica registra un valore pari a 48,1 GWh per 10 mila abitanti, in flessione rispetto al 2012 (50,3). Nel confronto europeo, l’Italia mostra valori inferiori alla media dei 28 paesi, mentre Francia e Germania segnalano livelli di produzione superiori (anno 2012). A livello territoriale, nel 2013 la produzione scende in tutte le ripartizioni, con ritmi più marcati al Centro e nel Mezzogiorno.
Continua ad aumentare la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili, pari al 33,7% nel 2013 (+6,8 punti percentuali rispetto al 2012). Nella distribuzione territoriale delle fonti rinnovabili, prevalgono l’apporto idrico nelle regioni montuose e la fonte eolica nel Mezzogiorno; lo sviluppo della produzione elettrica da biomasse risulta invece sostanzialmente uniforme sul territorio nazionale, mentre la Toscana è la sola regione a produrre energia geotermica. Il confronto con i 28 paesi dell’Ue evidenzia per l’Italia valori superiori sia rispetto alla media, sia rispetto a quelli di Germania, Francia e Regno Unito (anno 2012).

Infrastrutture e trasporti
Nel 2013, la rete autostradale italiana si estende per 6.751 km e rappresenta poco più del 9% di quella europea. In rapporto alle autovetture registrate, l’Italia si colloca tra i paesi dell’Unione a più bassa intensità autostradale, ben lontana dai valori di Spagna, Francia e Germania.
Il trasporto di merci su strada ha sviluppato nel 2013 un traffico di poco superiore a 127 miliardi di tonnellate-km (Tkm), in lieve crescita (+2,6%) rispetto al 2012. Il volume di traffico italiano, pari a 21,1 milioni di Tkm per diecimila abitanti, è inferiore a quello di tutti i principali partner dell’area dell’euro mentre nell’Ue28 risulta superiore solo a quelli di Irlanda, Grecia, Romania e Cipro.
L’Italia dispone di una rete ferroviaria pari a 27,5 km ogni 100 mila abitanti, con forti differenze regionali. La rete ad alta velocità costituisce il 5,6% della rete complessiva. In ambito europeo, l’Italia è tra i paesi con estensione relativa minore, seguita da Regno Unito, Portogallo, Grecia e Paesi Bassi. La situazione migliora considerando la rete elettrificata: il nostro Paese risulta in posizione intermedia, preceduto tra gli altri da Francia e Germania, ma davanti a Spagna e Regno Unito (anno 2012).
Il tasso di motorizzazione è pari a 608 autovetture ogni mille abitanti, in lieve diminuzione rispetto al 2012. Nel confronto europeo l’Italia è di gran lunga uno dei paesi più motorizzati, preceduta solo dal Lussemburgo.
Continuano a diminuire i decessi per incidente stradale. Rispetto all’anno precedente, nel 2013 si sono ridotti del 9,8% e corrispondono a 56,2 persone ogni milione di abitanti. Il numero di vittime della strada si conferma superiore a quello medio europeo e in confronto ai principali partner. Nel vecchio continente il valore più elevato si registra in Romania (93 morti per milione di abitanti), quello più basso in Svezia (27,2).
Pur con un trend decrescente, nel 2012 l’Italia si conferma il primo paese europeo per trasporto di passeggeri via mare (con oltre 76,7 milioni di passeggeri) davanti alla Grecia. Sale inoltre al quarto posto per volume del traffico container (9,3 milioni di Teu) dopo Germania, Spagna e Paesi Bassi.
Nel 2013, i primi paesi nell’Ue per traffico aereo di passeggeri sono Regno Unito, Germania, Spagna, Francia e Italia, tutti con oltre 100 milioni di passeggeri. Rispetto al 2012, l’Italia registra una leggera flessione.
Nel 2014, l’88,1% degli occupati e il 71,8% degli studenti utilizzano un mezzo di trasporto per recarsi al luogo di lavoro o studio, privilegiando l’automobile.