Napoli e la Campania territori in rosa? Martedì 1 a Palazzo du Mesnil a cura dell’Università Orientale.

orientale chiatamoneMartedì 1 dicembre alle ore 19.00 presso la sede dell’Orientale di Palazzo Du Mesnil (via Chiatamone 62), si terrà la conferenza dal titolo “Quando emigrano le donne” di Fabio Amato, docente di Geografia, nell’ambito del secondo ciclo de “I saperi dell’Orientale”, che quest’anno verte sul tema “Gender” ed è a cura dello storico Domenico Rizzo, docente di “Gender History”.

In generale il fenomeno migratorio a scala planetaria registra un crescente protagonismo della componente femminile: non si tratta più solo di ricongiungimenti familiari, l’emigrazione delle donne  è parte di un progetto che le vede come primo migranti.

I casi più noti sono legati alle donne provenienti dall’Europa Orientale impegnate nei lavori di cura ma esistono donne imprenditrici mentre crescono esperienze delle seconde generazioni che sviluppano e realizzano talenti, ad esempio scrittrici come Ornela Voropsi, Igiaba Scego, Cristina Ali Farah o videomaker come Medhin Paolos.

Napoli e la Campania territori rosa: secondo le ultime statistiche le donne rappresentano il 53% della popolazione straniera presente in Italia. Tale valore è anche più enfatizzato nel caso della Campania, regione considerata “rosa” in cui prevale la comunità ucraina, mentre a Napoli città l’Istat censisce 48565 stranieri di cui 26558 unità femminili al 31 dicembre 2014.

Il “gender” è una categoria delle scienze umane e sociali che permette di studiare il sistema delle relazioni tra uomini e donne, e indagare i significati, le dinamiche storiche di cambiamento, il modo in cui queste relazioni caratterizzano la realtà sociale (ad es. nel mercato del lavoro, nei sistemi di welfare, nelle regole della cittadinanza, nelle forme che assumono i fenomeni migratori). Il “gender” pone al centro la costruzione sociale dei significati e la loro molteplicità, studiando come la “natura” di uomini e donne venga pensata diversamente in epoche storiche e in aree geografiche e culturali diverse. Un approccio che si attira anche per questo oggi gli strali di frange fondamentaliste che ritengono la “natura” data una volta per sempre.

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