Peculato, interdetto un notaio a Napoli.

notai_0In data odierna militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno notificato al notaio napoletano Claudio De Vivo un provvedimento cautelare del divieto di svolgimento della professione notarile e delle attività ad essa inerenti, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli.

A seguito di complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Sezione reati contro la Pubblica’Amministrazione, delegate al Nucleo di Polizia Tributaria – Gruppo Tutela Spesa Pubblica – della Guardia di Finanza, si è compiutamente ricostruita una nutrita serie di illeciti consumati negli scorsi anni dal notaio De Vivo, il quale, nell’esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale, ometteva di versare all’erario, nei tempi dovuti, le somme corrispostegli dai clienti a titolo di imposta per la registrazione degli atti innanzi a lui formati.

Nel corso del periodo investigato, owero gli anni 2012-2014, il notaio, avendone la disponibilità, in ragione della sua funzione di pubblico ufficiale, si è indebitamente appropriato di cospicue somme di denaro spettanti all’Erario, sino a raggiungere un picco massimo di oltre mezzo milione di Euro, con ciò integrando la fattispecie di reato di cui all`art. 314 c.p. (peculato).

Secondo le risultanze investigative, è tra l’altro emerso che il De Vivo ha impiegato una cospicua parte del denaro versato dai clienti a titolo di imposta sugli atti da lui rogati (che per legge andrebbero versati agli uffici finanziari entro 30 gg. dalla registrazione dell`atto) per finalità personali, quali: pagamento di canoni di leasing relativi ad imbarcazioni ed autovetture, acquisti di beni di lusso tramite carte di credito, esportazione di denaro all’estero.

In particolare, dagli accertamenti bancari è emersa la disponibilità, da parte del notaio, di numerosi conti correnti ed una assoluta confusione tra il patrimonio personale e le somme riscosse a titolo d’imposta nell’esercizio dell’attivita professionale; tale confusione ha reso possibile che somme destinate originariamente all’erario venissero illecitamente utilizzate per fini personali.

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