Sanità, manca 4 volte il numero legale in Senato. Le Regioni: si rischia il default.

senato-1Manca per la quarta volta il numero legale nell’Aula del Senato. La seduta è tolta e viene riaggiornata a domani mattina alle 9. Così oggi non si sono riuscite a votare le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni al decreto enti locali. Il Pd lamenta le assenze dei parlamentari di Ncd e di Forza Italia.

“Non sono tagli ma di misure di razionalizzazione della spesa in conformità a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni”, ha spiegato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

“Nel testo del decreto legge sugli enti locali viene recepita una razionalizzazione di alcune voci di spesa del settore sanitario prevista dalla scorsa legge di stabilità, pari a circa 2,3 miliardi, e la cui distribuzione è stata decisa dalla conferenza Stato-Regioni ai primi di luglio. Dunque non c’è alcun nuovo taglio”, spiega la senatrice di Ncd e una delle due relatrice al provvedimento Federica Chiavaroli, sottolineando come tale intesa sia stata recepita con l’approvazione di un emendamento in commissione. Ma a quanto pare le mosse del governo non sono condivise da tutti i parlamentari della maggioranza.

“Il governo continua a portare avanti ogni tema che riguarda la pubblica amministrazione e i servizi in generale, senza confronto con i sindacati e fuori dai tavoli contrattuali. Questo è un problema”. Lo ha detto all’ANSA il leader della Cisl, Annamaria Furlan, parlando dei tagli alla sanità annunciati dal governo.

“Le riforme e l’efficientamento senza la contrattazione, e quindi senza il coinvolgimento di chi lavora nella p.a. e in questo caso nella sanità, fa poca strada”.

“Se si prosegue così salta il sistema della universalità della sanità pubblica e tutte le Regioni andranno in Piano di rientro. In sostanza, oltre alle tasse, gli italiani dovranno pagare le prestazioni sanitarie privatamente”, è il monito del coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto.

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