Taglio cofinanziamento Fondi Europei alle regioni meridionali, Patriciello: il Governo frena le politiche di sviluppo dell’Europa.

patriciello-aldo“Faccio fatica a comprendere come si possa pensare di sostenere il rilancio del Mezzogiorno tagliando drasticamente la quota di cofinanziamento nazionale dei fondi europei. È evidente che siamo in presenza di un atteggiamento palesemente discriminatorio nei confronti delle regioni del sud. In questo modo non solo si penalizza la parte più debole del Paese ma si rischia di compromettere seriamente il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’UE in tema di politiche di coesione e sviluppo regionale”.

Interviene così Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia e membro del Gruppo Ppe, sulla decisione del Governo di tagliare la quota del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali europei destinati alla Campania, alla Calabria ed alla Sicilia. La riduzione del cofinanziamento, approvata nei giorni scorsi dal Cipe, inciderà sulle dotazioni delle tre regioni per un totale di 7,4 miliardi di euro, abbassando la percentuale di finanziamento nazionale dal 45-50% della scorsa programmazione al 25% attuale.

“Se l’obiettivo del Governo – spiega Patriciello – è quello di ostacolare lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, questa scelta appare certamente comprensibile. Diversamente, non saprei come classificare un provvedimento che appare intrinsecamente illogico: togliere risorse a quelle regioni che più ne hanno bisogno mortifica le speranze di quei tanti amministratori locali che guardano ai fondi europei come ad una speranza concreta per avviare la rinascita economica e produttiva del territorio. Mentre, insomma, l’Europa destina ingenti somme per diminuire il divario esistente tra le diverse regioni – aggiunge l’eurodeputato forzista – questo Governo toglie in maniera arbitraria, dai piani operativi regionali, 800 milioni alla Calabria e ben 1,8 miliardi alla Campania. Un’assurdità che genera una situazione ai limiti del paradosso, in cui la quota di cofinanziamento delle regioni meridionali, storicamente meno sviluppate, viene abbassata fino al 33% mentre quella delle regioni del centro-nord rimane invariata. Mi auguro che l’esecutivo – conclude Patriciello – possa al più presto riconsiderare il proprio punto di vista sulla questione e ristabilire, in tal modo, quella giusta ripartizione delle risorse statali che è indispensabile per un impego finalmente ampio ed efficace dei fondi europei”.

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