Unilever acquisisce gelato Grom: resteremo autonomi.

grom-3Il colosso anglo-olandese Unilever acquisisce l’azienda artigianale di gelato Grom. La prima gelateria Grom è stata aperta nel 2003 da due amici torinesi Federico Grom e Guido Martinetti, oggi i negozi sono 67 in tutto il mondo. Il business Grom “resterà autonomo e continuerà a essere gestito da Federico e Guido da Torino”.  “Unilever e Grom – sottolinea Kevin Havelock, president Refreshment Category di Unilever – condividono la stessa passione per il gelato nonché importanti valori aziendali quali l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime. I consumatori di Grom continueranno ad apprezzare gli stessi gusti e lo stesso sapore del gelato Grom che amano da sempre.

Allo stesso modo, Unilever favorirà l’accesso a nuovi mercati e aiuterà Grom a creare nuove opportunità di crescita”. “Unilever – aggiunge Angelo Trocchia, general manager di Unilever Italia – ha radici profonde su tutto il territorio nazionale poiché da oltre 50 anni siamo presenti in Italia con un bellissimo portafoglio di marche molto conosciute e amate dagli italiani, quattro stabilimenti produttivi e 3.000 dipendenti. Sono certo che potremo lavorare con Federico e Guido per rendere Grom ancora più grande”. Unilever è una multinazionale proprietaria di oltre 400 brand tra i quali Knorr, Algida, Magnum, Lipton, Mentadent, Svelto e Coccolino. E’ presente in 190 Paesi in tutto il mondo, con 172.000 dipendenti e un fatturato di oltre 48,4 miliardi di euro nel 2014. (ANSA)

Il gelato di Grom non è artigianale

Il gelato di Grom, pur essendo un prodotto di alta qualità, realizzato con materie di prima scelta, “non è artigianale per due motivi – spiega all’Adnkronos l’avvocato Enrico Venini, legale del Codacons che ha seguito la vicenda – prima di tutto per le dimensioni dell’azienda, essendo una spa, non è una ditta artigianale. In secondo luogo, fatto ancora più importante, è la stessa caratteristica del gelato: per essere artigianale dovrebbe essere prodotto in loco e dunque fresco, invece l’azienda prepara le miscele in un unico centro produttivo, in provincia di Torino, e da lì viene smistato ovunque, nei rivenditori italiani e all’estero fino a New York, Tokyo, Parigi, Osaka a Malibu”.

LA PREPARAZIONE – “Le miscele vengono pastorizzate e congelate – prosegue Venini – ed in seguito, una volta che arrivano nei negozi, si procede al loro scongelamento e alla mantecazione”. Sono proprio questi i passaggi ai quali si è appellato il Codacons per contestare il fatto che il brand si fregia impropriamente della dicitura di gelato “artigianale”. E non meno sensibile al problema è la Coldiretti, da sempre paladina della genuinità e della naturalità del gelato e di altri prodotti alimentari come dimostra la recentissima battaglia contro la Commissione europea che ha intimato all’Italia di porre fine al divieto (stabilito da una legge del 1974) di utilizzare il latte in polvere per produrre formaggi, latticini e dunque anche yogurt e gelati. “Per il gelato artigianale si dovrebbe usare latte fresco, non in polvere, e frutta fresca – spiega il responsabile qualità di Coldiretti Rolando Manfredini -, ma per legge non è vietato utilizzare aromi, coloranti e additivi. E dunque chi fa il vero gelato artigianale subisce una concorrenza sleale da parte di chi utilizza sostanze chimiche”.

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