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Rifiuti, il vescovo di Acerra contro realizzazione nuovo impianto.

Il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, torna a scrivere alla Conferenza dei servizi della Regione Campania e “con grande rammarico” ribadisce “lo sconcerto di fronte dell’ennesimo progetto di impianto di trattamento dei rifiuti, ignorando completamente il disastro ambientale del nostro territorio da tempo autorevolmente dichiarato”.

Monsignor Di Donna manifesta il suo “profondo turbamento, e quello della città, di fronte a quello che fin dall’inizio è sembrato un gioco delle parti dei potenti, per poi giungere in maniera beffarda alla realizzazione di un altro impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti”. Il presule rileva infatti “i continui rimpalli di responsabilità, ai limiti delle disposizioni vigenti” e “il ricorso, a seconda della convenienza, alle maglie della burocrazia, con fughe in avanti e apparenti marce indietro”.

Di Donna teme “un vero e proprio accanimento nel fare del nostro territorio il polo dell’immondizia, condannandolo a città di scarto”, con “l’atroce sospetto” di “sacrificare una terra già inquinata”. Perciò si chiede: “Fino a quando dovremo assistere impotenti a tale scempio, e ripetere che questo territorio è saturo, deve essere blindato, non sopporta altri impianti? A chi ancora dobbiamo rivolgerci? Ci sono uomini di buona volontà nelle istituzioni, qualche ente responsabile che prenda a cuore le sorti di un territorio, vincendo la cecità e la sordità di questi anni?”.

Per il vescovo “le perplessità e i timori sono ancora più fondati se pensiamo che l’impianto autorizzato sorge in una zona già inquinata e da bonificare, vicino alle sorgenti del Riullo, fonti di notevole interesse paesaggistico ed archeologico, motivo di speranza per uno sviluppo diverso. Inoltre l’impianto, a due passi dall’inceneritore, si aggiunge ad altri che già destano forte disagio tra la gente di Acerra e dei comuni circostanti”.

Il presule esorta a non “decidere passando pericolosamente sulla testa dei cittadini” e richiama l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco: “Nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato. Tutti vogliamo che le nostre terre tornino ad essere l’antico giardino che sono chiamate ad essere, come affermato dal ministro Mara Carfagna lo scorso 26 gennaio presentando il Contratto istituzionale di sviluppo. E invece ci si ritrova a combattere contro l’ennesimo insediamento di impianti di trattamento di rifiuti speciali”, chiosa il vescovo di Acerra.

Monsignor Di Donna torna ad invocare “una moratoria per impedire l’arrivo nelle nostre terre di impianti ad impatto ambientale” e chiede ancora una volta che Acerra sia configurata “come territorio agricolo-urbano. Presso la Regione Campania è stata depositata e giace una proposta di legge per intervenire, anche in rispetto dei principi di precauzione e azione preventiva sanciti dall’Unione Europea, in quelle non poche aree del territorio regionale gravate da criticità ambientali e dalla presenza di plurimi fattori di pressione che mettono ad elevato rischio la salute delle popolazioni esposte. Altre regioni, come la Lombardia, si sono già attivate in tal senso”. Infine il forte appello rivolto alla Conferenza dei servizi e alla Giunta regionale della Campania: “Vi supplico, in nome di Dio, non vi fate complici di quanti stanno inquinando il nostro territorio, procurando malattie e morti, di cui sono responsabili”.

“Condivido pienamente le preoccupazioni del vescovo di Acerra, monsignor Di Donna, per il nuovo impianto per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti che la giunta De Luca vuole realizzare proprio nella Terra dei fuochi. E non si tratta di un criterio di difesa localistico, peraltro certamente giustificato dal fatto che siamo in un territorio che per queste ragioni paga da decenni un impressionante tributo di vite. Qui ci troviamo anche di fronte alla scelta, oltretutto  consapevole, di ricorrere a tecnologie e sistemi di gestione del ciclo dei rifiuti obsoleti e scarsamente sicuri per la salute dei cittadini. De Luca e i suoi ci ripensino, sino a quando sono in tempo. E scelgano di ricorrere  alle metodologiche d’impianto che sono in uso nelle realtà più avanzate dell’intero Occidente. Nell’Europa della politica attenta ai cittadini e alla loro salute, si realizzano termovalorizzatori, ormai tanto sicuri da essere impiantati anche nel centro delle città, come per esempio accade a Copenaghen”. Lo afferma Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della città metropolitana di Napoli della Lega.

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