Dall’Alta Velocità ai Porti, le richieste degli industriali al prossimo Governo. Grassi: Sulle infrastrutture superare il gap Nord-Sud che frena la competitività.

Il Governo che verrà fuori dal prossimo appuntamento elettorale dovrà fare uno sforzo ulteriore per rilanciare la competitività del Mezzogiorno, mettendo in atto interventi più mirati sul fronte infrastrutture, “una variabile strutturale chiave per il sistema produttivo”. Non ha dubbi il numero due degli industriali di Napoli con delega alla Logistica e alla Portualità, Vito Grassi, che dalle recenti Assise di Confindustria Verona ha lanciato il suo appello a candidati e segretari di partito. Invitandoli anche a conservare quanto di buono ha fatto l’Esecutivo uscente soprattutto sul fronte degli incentivi all’innovazione: “Tra le cose che a noi imprenditori sono chiare – dice Grassi –  c’è la necessità di proseguire con il piano Industria 4.0 che ha fatto ripartire gli investimenti, mettendo a segno un +30% in Italia lo scorso anno. Sia pure in ritardo rispetto ad altri Paesi, l’Italia con il Piano 4.0 è tornata a dotarsi di una politica industriale”.

 

Su quali settori sui quali il futuro Esecutivo dovrebbe intervenire per rilanciare la competitività delle imprese del Sud?

C’è un fronte sul quale è necessario fare uno sforzo ulteriore per rilanciare la competitività del Mezzogiorno: si tratta delle infrastrutture, una variabile strutturale chiave per il sistema produttivo: la presenza di una rete efficiente incide, infatti, in maniera positiva sulle performance delle imprese e del sistema nel suo complesso, rendendo quest’ultimo competitivo rispetto ad altri sistemi produttivi territoriali.

Com’è la situazione attuale?

La penisola italiana  è attraversata da ben quattro dei corridoi europei multimodali della rete “core” Ten-T. Ma, in quest’ambito, il divario fra le regioni del Centro-Nord e quelle del Sud è rilevante.  Una delle priorità che dovrà darsi il prossimo Governo, dunque, sarà quella di affrontare le numerose carenze infrastrutturali, individuando un numero, anche ristretto, di interventi prioritari, che possano garantire le condizioni di operatività delle nostre imprese e sui quali concentrare le scarse risorse a nostra disposizione.

A quali interventi mettere mano subito per la Campania?

Una corsia preferenziale va data alla realizzazione di un collegamento tra Porto di Napoli e rete ferroviaria, al completamento delle Linee Metropolitane e alla realizzazione della linea Alta Velocità/ Alta Capacità Napoli-Bari nei tempi e costi previsti

Quali sono le misure del Governo uscente che, invece, il prossimo Esecutivo dovrebbe riconfermare secondo gli industriali?

La posizione venuta fuori dall’Assise di Verona è piuttosto chiara in questo senso: il Governo uscente ha previsto un pacchetto di incentivi per chi trasforma l’impresa adeguandola alle esigenze poste dall’integrazione digitale dei processi produttivi.  E’ stato introdotto un credito d’imposta del 40% fondamentale per le spese sostenute al fine di implementare la formazione “digitale” del personale”. Industria 4.0 è servita a far crescere le imprese nel solco dell’innovazione e della digitalizzazione: le grandi, ma anche le piccole, che hanno colto gli strumenti più importanti messi a loro disposizione quali iper e super ammortamenti, credito d’imposta, Nuova Sabatini, contratti di sviluppo per mettersi al passo della concorrenza internazionale.

E quali sono stati gli effetti?

I risultati sono di tutto rispetto: nel 2017 le esportazioni sono cresciute dell’8%, meglio dei competitor europei. Bisogna, dunque, senza indugio proseguire in questa direzione, a prescindere da chi vada al Governo. Gli imprenditori lo chiedono all’Esecutivo che verrà: non buttiamo via una misura come l’iperammortamento, che avrebbe bisogno di un quinquennio per dipanare in pieno i suoi effetti anche per recuperare l’occupazione, in questo momento caratterizzata dal prevalere di contratti precari. Occorre restituire fiducia alle imprese che continuano a mantenere prudenza perché scottate da una crisi troppo lunga. Ci sono anche tutta una serie di misure sul fronte dell’innovazione che andrebbero assolutamente preservate.

Di che cosa si tratta?

Mi riferisco, in particolare, ai Digital innovation hub, poli che hanno la funzione strategica di unire domanda e offerta di innovazione e di formare gli imprenditori, e ai Competence center. Solo rilanciando queste misure gli investimenti potranno tradursi più facilmente in assunzioni stabili. Le paure contrarie sono ormai alle spalle: è sotto gli occhi di tutti che le imprese digitali crescono di più, assumono di più, esportano di più.