Giustizia, è Gratteri il nuovo Procuratore della Repubblica di Napoli

Roma, 13 set. (askanews) - Nicola Gratteri è il nuovo procuratore di Napoli. La sua candidatura è stata votata a maggioranza dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il magistrato, fino ad oggi ha guidato la procura di Catanzaro. La candidatura di Nicola Gratteri al vertice della procura partenopea ha ottenuto 19 voti a favore; 5 voti sono andati alla proposta di candidatura Giuseppe Amato, 8 voti per la proposta a favore dell'altra candidata Rosa Volpe. Il nuovo procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, è uno dei magistrati più famosi d'Italia. Fino ad oggi titolare dell'ufficio inquirente di Catanzaro ha coordinato importanti inchieste sulla 'Ndrangheta. Gratteri, originario di Gerace, 65 anni, ha due figli "medici al nord" ed è entrato in magistratura nel 1986. Vive sotto scorta da trent'anni Gratteri nasce a Gerace nel 1958. Entrato in magistratura nel 1986. Si racconta che con la sua prima indagine provocò le dimissioni di un assessore e la caduta della giunta regionale. In seguito a quella vicenda arrivarono le prime intimidazioni, fino all`affidamento della scorta. "Nel 1989, hanno sparato a casa della mia fidanzata e poi la notte l`hanno chiamata per dirle che avrebbe sposato un uomo morto", ha detto anni fa lo stesso Gratteri. Negli anni il procuratore si è occupato di indagini come quella sulla faida di San Luca, la strage di Duisburg, fino ad arrivare all`operazione Rinascita - Scott che ha svelato intrecci tra politica, mafia e massoneria. In occasione del governo di Matteo Renzi si parlò di una sua nomina a ministero della giustizia. Gratteri spiegò che se se avesse fatto il guardasigilli avrebbe smontato e rimontato il sistema, cambiato i codici nel rispetto della costituzione, mutato la geografia giudiziaria, "perché ancora oggi ci sono posto dove ci sono molti magistrati e altri dove mancano. Avrei fatto molte cose, ho una rivoluzione in testa". La nomina, a maggioranza, arriva da una riunione del plenum del Consiglio superiore della magistratura nel corso della quale sono stati molti i distinguo espressi per quello che è uno degli inquirenti più famosi d'Italia. In particolare Gratteri, fino ad oggi alla guida della procura di Catanzaro, ha preso 19 voti. Tra queste posizioni si sono contate le scelte del vicepresidente di palazzo dei Marescialli, Fabio Pinelli, e del procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato. Al tempo stesso il primo presidente della Suprema corte, Margherita Cassano, è stata contraria alla opzione Gratteri. Adesso lui andrà a ricoprire il ruolo lasciato vacante nel 2022 da Giovanni Melillo, attuale procuratore nazionale antimafia. Rumore all'interno del Csm hanno fatto alcune affermazioni fatte durante la discussione di stamane, secondo cui bisognava dare continuità all'azione di Rosa Volpe. Quest'ultima ha ricevuto 8 voti ed il consenso dei rappresentanti della corrente di Area, del consigliere Domenica Miele e del professor Roberto Romboli. Giuseppe Amato ha preso 8 voti. Per lui ha votato, tra gli altri, Roberto Fontana. Per Gratteri compatta è stata la pattuglia di Unicost.

È Nicola Gratteri, 65 anni, il nuovo procuratore di Napoli. Il capo dei pm di Catanzaro è stato nominato dal Csm a maggioranza alla guida della procura più grande d’Italia. Il posto di procuratore di Napoli era scoperto da quasi un anno e mezzo, da quando Giovanni Melillo lo aveva lasciato per assumere l’incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Gratteri è stato indicato con 19 preferenze, dal plenum del Csm. La sua nomina era nell’aria anche perché, nel corso della riunione della Quinta commissione sugli incarichi direttivi, aveva ottenuto la maggioranza dei voti. In rosa, con lui, l’aggiunta Rosa Volpe (che è stata facente funzioni alla Procura di Napoli dopo la nomina di Giovanni Melillo alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo), e Giuseppe Amato, a capo della Procura di Bologna.

Originario di Gerace (Reggio Calabria), 65 anni, è considerato una delle figure di spicco della lotta contro la ’ndrangheta. Vive sotto scorta dall’aprile del 1989, dopo che la sua prima indagine aveva provocato le dimissioni dell’assessore alla Forestazione e fatto cadere la Giunta regionale calabrese. Da sostituto procuratore a Locri, negli anni ’90, si è occupato di scottanti inchieste sui legami tra ’ndrangheta, politica, massoneria e sul traffico di droga e armi.