Affidato agli Scavi di Pompei terreno confiscato alla camorra.

Un ex vivaio, nell’area di Civita Giuliana e nel più vasto territorio dell’Ager Pompeianus, il distretto agricolo e produttivo dell’antica Pompei, ritorna all’archeologia, sotto la tutela del Parco Archeologico di Pompei.

Questa mattina è stata effettuata la consegna del terreno confiscato alla criminalità organizzata, ad opera dell’Agenzia del Demanio di Napoli. Il terreno, il primo dei beni immobili restituito,  sarà gestito dal Parco Archeologico di Pompei, che oltre alla tutela si impegnerà in un programma valorizzazione che prevede anche interventi finalizzati alla ripresa dell’attività agricola, qui attestata da oltre 2.000 anni.

L’interesse del Parco alla consegna del fondo è legato innanzitutto a finalità di ricerca e tutela archeologica, in virtù dalla sua localizzazione nell’area urbana situata a nord della città antica, estremamente densa di evidenze archeologiche, quali la villa rustica in proprietà Palma e la villa rustica in proprietà Risi Di Prisco, nonché l’importante complesso archeologico di villa Imperiali, che si prevede di aprire alla fruizione pubblica nei prossimi anni, all’esito dell’attività di scavo, condotta in sinergia con la Procura di Torre Annunziata e tuttora in corso.

Inoltre, il terreno rientrerà in un programma di valorizzazione di tutti i suoli agricoli in consegna al Parco, non solo per tutelare il paesaggio nelle sue componenti percettive ma anche per contribuire al miglioramento della fertilità del suolo, al mantenimento della biodiversità, alla conservazione degli equilibri ecologici regionali.

“Partendo dal presupposto che la tutela e la valorizzazione delle aree archeologiche non possono prescindere dalla tutela del loro contesto, l’azione del Parco si pone in linea con la Convenzione di Faro, che riconosce lo sviluppo umano e la qualità della vita come obiettivi primari della conservazione e dell’uso sostenibile del patrimonio culturale. Inoltre,  in attuazione degli obiettivi di promozione dell’agricoltura biologica dell’Unione Europea e con quelli internazionali delle Nazioni Unite tesi a raggiungere uno sviluppo sostenibile – sottolinea il Direttore Gabriel Zuchtriegel – il Parco intende sperimentare una forma di tutela attiva dello straordinario valore archeologico e paesaggistico del territorio”.

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