Carcere di Secondigliano e Icam di Lauro. Ecco la situazione trovata dagli osservatori di Antigone.

Martedì e mercoledì l’Osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone è stato in visita al carcere napoletano di Secondigliano e all’Istituto a Custodia Attenuata per Madri di Lauro. I due istituti campani sono stati visitati dal presidente dell’associazione Patrizio Gonnella e dalla coordinatrice nazionale Susanna Marietti. 

In entrambi gli istituti è emerso il grande impegno della direzione e di tutti gli operatori per garantire un’esecuzione della pena rispettosa del dettato costituzionale. Si percepisce in entrambe le realtà la vicinanza dell’istituzione alle persone detenute e l’impegno per intercettare i loro bisogni individuali.

Secondigliano, con i suoi 40 ettari di estensione, è una delle carceri più grandi dell’intera Europa. Ospita attualmente circa 1.500 detenuti per una capienza di 1.020 posti letto. Solo una sessantina gli stranieri. Sono presenti circuiti di Alta Sicurezza. Il carcere ospita la sezione più grande d’Italia per i detenuti in semilibertà (160). Nonostante il numero dei detenuti presenti superi di oltre 400 unità quello della capienza regolamentare, gli spazi detentivi sono curati e del tutto accettabili dal punto di vista igienico. Anche nelle sezioni di Alta Sicurezza si riesce a garantire un buon numero di ore trascorse fuori dalle celle. Qualche problematicità riguarda le questioni della salute e delle visite specialistiche che vengono eseguite con molto ritardo.
Per quanto riguarda l’Icam di Lauro, che ospita 12 mamme detenute con 15 bambini, la struttura è sicuramente ben gestita. Le donne e i loro bimbi sono in un ambiente idoneo che cerca di far vivere nel modo meno traumatico possibile la detenzione ai bambini. Il più grande di loro ha otto anni, La maggior parte delle attività è delegata all’intraprendenza degli operatori dell’istituto, difficilmente raccordabile con il territorio circostante. La maggioranza delle donne è di nazionalità italiana. Sarebbe importante che ci fosse un servizio di accompagnamento esterno quotidiano per le attività scolastiche e ricreative, anche nel mese di agosto. Invece proprio ad agosto i bambini rischiano di passare tutto il mese in istituto. Purtroppo molto è lasciato al solo senso di responsabilità degli operatori penitenziari. L’istituto, le donne e i bimbi, dovrebbero essere presi in carica anche dai servizi sociali del territorio attraverso l’inclusione nei piani di zona.