Di Maio: candidato massone fuori da M5S. E’ polemica con Renzi sui rimborsi.

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“Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica e per questa ragione non può stare nel movimento. Gli abbiamo inibito l’utilizzo del simbolo e quindi per lui è game over”. Così Luigi Di Maio in merito al caso del candidato Catello Vitiello e al suo legame con la massoneria.

La questione rimborsi e una stilettata agli altri candidati premier: “un confronto? ma non vedo interlocutori”. Dopo giorni trascorsi sotto pressione, Luigi Di Maio passa al contrattacco: grande stampa, Renzi e Berlusconi gli obiettivi del capo politico M5S nel corso di una domenica elettorale trascorsa in Campania, tra Avellino e Salerno. Ma, sulla campagna di Di Maio, piomba il caso Catello Vitiello, candidato all’uninominale di Castellammare di Stabia e, secondo Il Mattino, legato alla massoneria. E tra Vitiello e i vertici del Movimento è scontro aperto. “Non sono più iscritto al Goi, non mi ritiro”, spiega Vitiello. “Sarà diffidato dall’uso del simbolo”, è la secca replica del M5S. La “grana” Vitiello va a sovrapporsi al caso dei rimborsi “fantasma” dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. Nel frattempo, Di Maio da Salerno passa al contrattacco.

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La “grana” Vitiello va a sovrapporsi al caso dei rimborsi “fantasma” dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. Nel frattempo, Di Maio da Salerno passa al contrattacco. “Solo un problema di contabilità, ieri abbiamo fatto le verifiche e quello che è venuto fuori è solo un problema di contabilità del Mise e del Mef. Sostanzialmente gli ultimi bonifici che stiamo facendo in questi giorni, non per correre ai ripari ma perché stanno scadendo le ultime rendicontazioni, non sono stati ancora accreditati sul conto, ma risultano sul nostro sito internet”, spiega il candidato premier che accusa i grandi mezzi d’informazione di usare due pesi e due misure nei confronti del M5s.

Ex militante a “Le Iene”, in tanti mentono su rimborsi – “Tra deputati e senatori siamo ad una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini”. Sono queste le parole con cui un ex militante, ai microfoni de Le Iene nel servizio sul M5S trasmesso via internet questa sera, svela i mancati rimborsi che, a suo parere, coinvolgerebbero diversi esponenti del M5S. L’inchiesta de Le Iene, che il programma sceglie di mandare sul suo sito web, ha portato al ritiro, di fatto, dalla campagna elettorale dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. E’ l’ex militante intervistato da Le Iene, infatti, a fare i nomi dei due esponenti pentastellati, rei – è la sua accuso ai microfoni del programma Mediaset – di aver finto di restituire oltre 21mila euro, nel caso di Cecconi, e oltre 76mila nel caso di Martelli. La mancata restituzione, spiega l’ex militante, si concretizza pubblicando sul sito “tirendiconto.it” i bonifici fatti salvo poi revocarli entro 24 ore dalla pubblicazione. Interpellati il 2 febbraio scorso dall’inviato de Le Iene Filippo Roma, sia Cecconi sia Martelli negano. “Non è vero, ho tutti i bonifici fatti, sono caricati online”, spiega Cecconi prima di andar via mentre Martelli prima nega con forza (“A me questa cosa non risulta, questa cosa qua finisce adesso, è una cosa terribile”) salvo poi rilevarsi più possibilista: “farà questa verifica, se è così provvederò a sistemare tutto”. A entrambi Le Iene chiedono di contattare il programma dopo la verifica ma nessuno dei due parlamentari, spiega il programma nel servizio, si fa sentire.

Renzi, in liste movimento scrocconi-massoni? Chiarezza  – “Il movimento 5 stelle ha riempito le liste di candidati scrocconi, truffatori e massoni?Serve una risposta chiara:onestà. Lo diciamo per la democrazia, non per noi. Chi è ad esempio il loro candidato a Pesaro? Noi abbiamo Minniti. I 5 stelle hanno ancora un candidato?”. Così in un tweet Matteo Renzi che , sul collegio di Pesaro fa implicito riferimento al caso di Andrea Cecconi. (ANSA)