Onu e Oms: olio e formaggi da tassare. Centinaio: giù le mani dal Made in Italy.

Onu e Oms proseguono nella loro battaglia contro gli alimenti ricchi di grassi saturi, sale, zuccheri e contro l’alcool ed il fumo, al fine di ridurne il consumo e prevenire le malattie non trasmissibili, da quelle cardiovascolari alle metaboliche. E’ allo studio in sede Onu una moratoria – con una discussione avviata da una settimana con la propria agenzia per la Salute, l’Oms – che induca i Paesi membri a frenare il consumo, in particolare del sale, anche tramite l’utilizzo di etichette da applicare a questo prodotto.

Tutto nasce da un report del giugno scorso, ‘Time To Deliver’, in cui l’Oms presenta una serie di possibili raccomandazioni ai Paesi per ridurre l’impatto negativo di questi cibi e migliorare la regolamentazione, fra le quali pero’ non viene menzionata una maggiore tassazione, ad eccezione di quella sull’alcol e tabacchi, come invece era accaduto con una precedente proposta riguardo alle bibite dolci e gassate. Il tema verrà affrontato il prossimo 27 settembre a New York, in occasione della terza riunione convocata per valutare i progressi compiuti nella lotta alle malattie non trasmissibili.

Nel documento, in cui si fa riferimento alla riduzione del sale anche tramite la fissazione di livelli nei prodotti alimentari e tramite campagne di informazione sui media, non sono esplicitamente menzionati alcuni prodotti del Made in Italy ma secondo Il Sole 24 ore, potrebbero finire nel mirino dell’Oms anche eccellenze del paniere agroalimentare made in Italy come il Parmigiano, il prosciutto, l’olio extravergine.

Un’evenienza che suscita l’ira del ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio: se così fosse “siamo alla pazzia pura. Ritengono che facciano bene alla salute prodotti come la Coca Cola o altri perché light e poi ci condannano il Parmigiano o altri prodotti dell’enogastronomia italiana. Su questo faremo una battaglia molto dura” ha detto Centinaio in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

L’industria alimentare non ci sta e evidenzia, per voce dell’Assica, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, che “non esistono cibi buoni e cattivi quando viene incentivato un regime alimentare moderato e variegato, come del resto indica la stessa Dieta mediterranea”.

In un tweet il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia lamenta il rischio di avvisi di pericolo sulle confezioni su produzioni italiane: “Parmigiano, Prosciutto, pizza e olio nuocciono gravemente alla salute, come una sigaretta. #OMS e #ONU dichiarano guerra al diabete e alle malattie cardiovascolari con attacco strumentale e inaccettabile”.

”Una risoluzione di questo tipo, sebbene non comporti l’obbligo di ricevimento da parte degli Stati Membri, causerebbe un considerevole danno d’immagine all’agroalimentare nazionale; basti pensare, infatti, che a essere colpiti potrebbero essere il vino, l’olio d’oliva, il parmigiano reggiano e il prosciutto di parma, prodotti simbolo del made in Italy, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo”, fa notare il presidente di Copagri Franco Verrascina.(ANSA).