Un viaggio da Nord a Sud, le opere di Emilio Belotti esposte a Villa Favorita ad Ercolano.

Venerdì 12 maggio alle ore 18.30 si inaugura  la mostra dell’artista Emilio Belotti in Un Viaggio da Nord a Sud a cura di Amedeo Gabucci Presentazione Critica di Giovanni Cardone. L’evento e organizzato e promosso dall’Associazione Artistico – Culturale ARTHISTORIE con il Patrocinio del Comune di Ercolano. Si potrà visitare  la mostra fino al 23 maggio 2017.  Come dice Giovanni Cardone : “  Un Viaggio Tra Nord a Sud vuole essere un momento fortemente sociale e culturale, non è un caso che un’artista del Nord venga ad esporre al Sud. Questo Sud che produce tanta cultura deve creare un collante con il Nord senza dimenticare la sua identità.

Da questa idea nasce la mostra Emilio Belotti che esprime i suoi stati d’animo attraverso immagini ridotte all’essenziale, avvolte da vaste campiture compatte e caratterizzate da un’accesa cromia. I colori emulsionati seguono architetture fittizie, si snodano lungo la superficie telata in densi e morbidi strati di masse cromatiche intervallate da spazi vuoti, attimi di respiro e interstizio fra i vari piani. Un’energia radiante segue la circolarità delle forme e la morfologia delle rotondità, le quali si muovono libere e sembrano non seguire alcuna logica interna o principio razionale. Gli stessi colori sono una sinfonia dalle infinite tonalità, difatti Belotti non esclude nessuna gradazione dalla tavolozza anzi ritroviamo le terre bruciate, i blu degli abissi e le nuance solari, accese da bagliori. Accanto a questi tasselli tonali sorgono contingenti vuoti che provocano salti di continuità, dei momenti di pausa, di assenza-essenza tra i colori.  La fluidità di colori che disfano le maglie dei confini, sciamano e si propagano nello spazio pittorico.  Come in una grande rappresentazione teatrale, qui i colori giocano il ruolo da protagonista e le sfumature assurgono a comparse, libere di suggestionare tramite la loro infinita varietà di tracciato, forma e densità corposa talaltra leggera. Il colore steso come strato preparatorio della tela diluisce e sgrava la pittura, la quale assume l’aspetto di velature che s’intervallano sulla superficie tramata. I colori autonomi e slegati dalla mimesi della realtà trovano un riscontro nei titoli, una sintomatica richiesta di concretezza la quale assurge prefigurando storie, tessendo eventi immersi in un’ambiente liquido o gassoso. Musiche, parole, ricordi introducono e completano le creazioni di Belotti, una ricerca ricorrente per una frase, una citazione, un verso che possa racchiudere l’immensità d’espressione dell’opera, delle innumerevoli gradazioni che percorrono lo spazio e lo invadono.

 

 

Il nostro sguardo dinnanzi a queste tele gira attorno all’immagine ed ogni lato può fungere da base, ci si allontana da una visione centrale assoluta sicché è difficile stabilire un alto e un basso, laddove il risultato è assenza di progettualità e si rivela al momento delle sua creazione.Intrecci di segni colorati, ove tuttavia si scorgono forme ed elementi evocanti la realtà. L’espandersi dei volumi tonali sull’intera superficie del quadro vanificano la correlazione tra la superficie e la profondità di visione, lo sguardo si trova senza un territorio ben preciso, ondeggia incessantemente nello scorrere delle sfumature che si inseguono, non siamo in grado di controllarne l’articolazione .  Le immagini si dissolvono e si vaporizzano, la pittura esplode, fioriscono suggestioni che si slegano in sagomature infinite altresì in pennellate le cui tracce non resistono alla pressione, non mantengono la loro essenza. Profili leggibili che si riverberano in effetti di echi cromatici, impronte che lasciano la loro traccia e s’insinuano tra le lievi trame della superficie telata. Il gesto pittorico dà vita ad arabeschi, a masse di grovigli tonali creano vibrazioni scintillanti, cosparse o ritmate da accenti che delineano il percorso d’esplorazione dello sguardo. Un percorso cromatico perpetuo che si estende, modificato soventemente dalle colate che ne modificano l’aspetto quando si vanno ad incrociare con masse preesistenti, tutto allora si snoda sul piano percettivo e cadenzato del colore.  Il tutto acquista una variabile d’incertezza che ridà all’opera una declinazione vitale, giacché irrisolta. Piani di manifestazione discorsiva delle emozioni endogene e intime di Emilio Belotti . L’emozione si fa colore, il sentimento prende corpo e diventa visibile, contemplabile”.

Biografia di Emilio Belotti

Emilio Belotti è nato a Castelli Calepio (Bg) nel 1964. Compie gli studi artistici al Liceo Artistico di Bergamo, iconografìa al Centro Studi Russi di Seriale, arte musiva a Spilimbergo, diplomandosi nel 1986 (tesi discussa: Yves Klein, Mark Rothko: colore, alchimia, filosofia del vuoto Taoismo e Cabala ebraica) all’Accademia di Belle Arti di Brera, in pittura. Gli sono maestri Zilocchi, Sendler, Belotti, Boriani e Fabro. Comincia nel 1978 la partecipazione a mostre estemporanee e collettive da cui gli derivano riconoscimenti e premi (tra il primo e il quinto). Dal 1981 vinto il premio Gandosso, nella cui giuria figurava il critico Raffaele de Grada, e il premio Pace a Mosca, comincia ad esporre in personali, in spazi espositivi importanti. Dipinti, affreschi, mosaici e vetrate sono conservati in collezioni pubbliche, private e di culto.

 

 

In permanenza presso la Galleria Lazzaro ByCorsi (Milano), accademico di merito artistico all’Accademia del Mediterraneo (Roma) e cavaliere interalleato per meriti di pace, Nizza, dal 1991, ha ricevuto da una giuria formata da critici d’arte il Premio Europeo per la Pittura 1997 (patrocinio Enit), in occasione della Biennale di Venezia (promosso dalla comunità europea).