Autostrade, il Governo avvia iter di revoca della concessione. Di Maio e Toninelli decisi, dito puntato contro Letta.

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“Il governo contesta al concessionario che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte”. Avviato ufficialmente l’iter di revoca per la concessione ad Autostrade per l’Italia. Ad annunciarlo ieri, prima con un post su Facebook e poi con una nota di Palazzo Chigi, il ministro Toninelli e il premier Conte. Si concretizza così, a quattro giorni dal disastro di ponte Morandi, il primo atto formale per la decadenza degli accordi fra la società e lo Stato.

Ora, spiegano ancora, Autostrade avrà 15 giorni di tempo per far pervenire al governo una relazione dettagliata con le proprie controdeduzioni, fermo restando – precisa la nota di Palazzo Chigi – “che il disastro è un fatto oggettivo e inoppugnabile e che l’onere di prevenirlo era in capo al concessionario su cui gravavano gli obblighi di manutenzione e di custodia”.

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Ma l’avvio della revoca della concessione non è stata l’unica novità della giornata di ieri: premier e ministro hanno inoltre annunciato l’avvio di una commissione ispettiva del Mit, che si occuperà di tutti gli accertamenti tecnici sul crollo del viadotto. I risultati, promessi entro un mese, serviranno al titolare del dicastero per “valutare le inadempienze di Autostrade per l’Italia”. Novità anche sul fronte delle concessioni: per Conte infatti le modalità del sistema dovranno necessariamente essere riviste dall’esecutivo, vincolando tutti i concessionari a reinvestire buona parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture e a rispettare in modo più stringente gli obblighi di manutenzione a loro carico.

“VERGOGNOSO SCAMBIO POLITICI-GESTORI” – – In un’intervista di oggi alla Stampa, il ministro Toninelli ha puntato il dito contro il mondo politico: “Tutto il sistema delle concessioni va ripensato alla radice – ha affermato -, in quanto si è fondato su un vergognoso scambio di favori tra vecchia politica e grandi potentati economici, a danno dello Stato e dei cittadini”.

“Ci sono – ha spiegato – finanziamenti ai partiti alla luce del sole di cui tutti sanno i valzer di poltrone che hanno interessato gli ultimi governi. Ma poi ci sono i bilanci segreti di molte fondazioni politiche, in cui sarebbe interessante andare a mettere il naso”.

“Il crollo del ponte Morandi è figlio di tutti i trattamenti privilegiati e delle marchette fatti ad Autostrade per l’Italia”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio in una lettera inviata ai parlamentari M5S e pubblicata su Fb dal capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva. “Per 5 anni dall’opposizione abbiamo combattuto contro i privilegi di Autostrade per l’Italia, che gestivano e gestiscono le nostre autostrade senza gare e con doveri contrattuali ridicoli – denuncia Di Maio -. Non è un caso che i loro contratti siano stati secretati per i vergognosi vantaggi che gli erano stati concessi.

Il vicepremieri rivolge poi un attacco all’ex premier Enrico Letta: “Molti dei personaggi politici che hanno permesso tutto questo oggi o lavorano per Autostrade per l’Italia o sono loro consulenti. Uno su tutti Enrico Letta, ex presidente del consiglio – rimarca Di Maio – passato per il Cda della società che gestisce le autostrade spagnole, comprate dai Benetton con i soldi dei pedaggi degli italiani. Sono anni che i nostri parlamentari, guidati dal nostro senatore e sottosegretario Andrea Cioffi, ad ogni legge di bilancio hanno provato a fermare le marchette ai concessionari autostradali”.

“Il bilancio, per ora, è di 39 morti, con famiglie distrutte, feriti, gente che magari resterà in carrozzella per tutta la vita, oltre 600 sfollati che si vedranno la casa abbattuta – aggiunge -. A tutte queste persone dobbiamo delle risposte concrete, non solo il cordoglio. E su questo il governo intero non arretrerà di un millimetro”. Di Maio indica poi ”come vogliamo procedere”, elencando 5 punti. Il primo: “revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia. La giusta causa per la revoca non è da rintracciare in codicilli o in commi da azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti. E ogni volta – avverte – che qualcuno come Consob o qualche professorone ci dirà che dobbiamo stare attenti ai mercati e agli iter burocratici, rispondetegli che se vogliono possono andarlo a dire alle famiglie delle vittime”.

“Noi – assicura Di Maio – agiremo subito. L’atto di revoca è stato annunciato dal presidente del Consiglio in persona, e lo sta istruendo direttamente insieme al ministro Toninelli e li ringrazio a nome di tutto il Movimento per quello che stanno facendo in questi giorni”. Di Maio annuncia poi: “Desecreteremo tutti i contratti dei concessionari autostradali e mostreremo questa vergogna al mondo intero. Chiederemo a tutti i funzionari pubblici che hanno incarichi a vario titolo, anche dentro Autostrade per l’Italia, di dimettersi da uno dei due ruoli”. “Applicheremo sanzioni e chiederemo risarcimenti per centinaia di milioni di euro – continua – che sono soldi dovuti, non concessioni da barattare con l’eventuale revoca”.

Nella lettera, il vicepremier si dice poi pronto a un decreto legge per sostenere la regione e la città di Genova. “Supporteremo anche con un decreto legge, se servirà, la Regione Liguria e il Comune di Genova per l’emergenza che stanno attraversando” scrive nella lettera, dove annuncia inoltre che domani sarà ai funerali solenni delle vittime del ponte Morandi. “Abbiamo voluto i funerali solenni, decisi nel Consiglio dei ministri, perché pensiamo che sia il minimo atto di vicinanza alle vittime – scandisce Di Maio -. Ci vorrà tanto tempo per invertire la rotta e togliere la mangiatoia pubblica a questi prenditori, ma siamo stati votati proprio per questo”. “Non posso biasimare le famiglie che hanno scelto di celebrare i funerali nel proprio comune di appartenenza – precisa – anche in dissenso con uno Stato che invece di proteggere i loro figli, ha preferito per anni favorire i poteri forti”. (AdnKronos)