Elena Croce…rendez-vous con Augusto De Luca

Nonostante avessi fotografato tantissimi personaggi famosi, quella mattina ero veramente molto emozionato. Avevo appuntamento con Elena Croce, la figlia del grande Benedetto.

Mi aspettava nella sua casa estiva ad Albori, in costiera amalfitana, e quando venne ad aprire la porta e la guardai, non nascondo che rimasi impressionato e stupito dalla grande somiglianza con il padre, che conoscevo attraverso le foto che avevo visto sui libri di scuola, sui giornali o in qualche documentario storico in televisione.

Era una donna molto austera ma anche canzonatoria. Aveva un’ironia seria, composta, mai troppo esplicita, che si intuiva fra le righe del discorso.

Dopo un mio primo momento d’imbarazzo, stato d’animo che solitamente non mi appartiene, ma forse in quella occasione si può comprendere, ci sedemmo e lei subito mi chiese perché la volessi fotografare.

Già a telefono, sommariamente, le avevo accennato qualcosa, così le parlai, in maniera dettagliata, del mio progetto e le spiegai che stavo ritraendo alcune tra le donne napoletane che mi avevano affascinato e che amavo di più per un libro fotografico, ‘Napoli Donna’, che sarebbe poi stato pubblicato dal Centro il Diaframma/Edizioni Editphoto.

Mi chiese anche chi avevo fotografato e quando, tra le tante, nominai Jeanne Carola Francesconi, autrice di un volume che ha venduto milioni di copie, ‘La cucina napoletana’, vangelo di centinaia di donne, lei, sorridendo, mi disse:
“Io ho il vizio di scrivere e sono stata sempre una donna di casa estremamente invalida, non sono una brava cuoca”.

Allora, voltandomi, notai a terra, appoggiato al muro vicino ad un cassettone antico, uno specchio, dalla forma inusuale, una mezza luna e, in quel momento, mi venne l’idea.

Lo presi, lo piantai in un vaso sul balcone che affacciava sul mare e scattai.

Sinceramente non so perché ebbi quell’intuizione. Come spiegazione, a posteriori, potrei pensare che avendo lei quell’enorme somiglianza con suo padre, per me, inconsciamente, il suo viso rappresentava il riflesso, lo specchio di quello. Ma forse… un buon analista potrebbe spiegarlo meglio.