Neuromed lancia un appello contro il “virus delle fake news in medicina”.

Un patto di ferro tra scienziati e professionisti delle notizie contro le fake news, la più pericolosa patologia dell’informazione di tutti i tempi. L’appello parte dal complesso borbonico del Belvedere di San Leucio, a chiusura della settimana organizzata da Neuromed per la Notte Europea dei Ricercatori. Un “virus mutante che viaggia incontrollato nel mondo attraverso la rete”, lo definisce il giornalista scientifico Marco Merola, spiegando che nella maggior parte dei casi “queste false notizie hanno un grande ritorno economico per chi le pubblica”.
“Le fake news nella medicina possono avere un’incidenza importante sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”, rilancia Mario Pappagallo, decano dei giornalisti scientifici, che nel 1976 iniziò ad occuparsi di informazione medico-scientifica al Corriere della Sera. “Per restare ad un tema attuale, quello dei vaccini – prosegue – ormai è emerso con evidenza che i vaccini non hanno nulla a che fare con l’autismo. Eppure queste notizie danneggiano molto il sistema pubblico. Se vi fosse una corretta informazione, il 70% delle denunce per malasanità non verrebbero presentate”.
Pappagallo ricorda anche che nel 2011, proprio per cercare di garantire il massimo dell’attendibilità nel settore dell’informazione medico-scientifica, e metterla al riparo dalle fake news, propose all’Ordine dei Giornalisti, in qualità di consigliere nazionale, di creare un albo ad hoc per i giornalisti medico-scientifici. “Non se ne fece nulla – si rammarica Pappagallo -. Addirittura dall’Ordine mi dissero che la rete non faceva danni, cosa ovviamente non vera”.
“La maggior parte delle fake news si basano sull’ignoranza”, sottolinea Giovanni de Gaetano, presidente dell’Istituto di Ricerca Neuromed. Che risale all’origine di questa “patologia”. “Dopo Galileo c’è stata una separazione netta tra la cultura scientifica e quella umanistica: oggi anche nei giornali trovate pagine di cultura e di scienza come se fossero cose separate. E questa dicotomia è la vera patologia su cui proliferano i batteri delle fake news. Noi siamo un paese ignorante dal punto di vista scientifico ma il mondo della ricerca ha il dovere di diffondere quello che fa”, aggiunge De Gaetano.
Che ammette: “Spesso noi ricercatori ci chiudiamo tra le nostre scoperte, pensando forse erroneamente che le cose di cui ci occupiamo alla gente non interessano. Ma questo atteggiamento deve cambiare:. dobbiamo parlare e non aver paura di insistere. Oggi siamo qui per dare una picconata contro le fake news”. Una picconata inziata sette giorni fa. “In questa settimana abbiamo fatto formazione e informazione – dice Mario Pietracupa, presidente della Fondazione Neuromed-. Abbiamo messo in campo anche iniziative atipiche come il flash mob di Caserta. Noi ricercatori abbiamo il compito di informare la gente, trasferendo gli strumenti per comprendere qual è la notizia vera e quale quella falsa”.
“ La ricerca scientifica procede con i suoi canali di comunicazione sulle riviste scientifiche e poi ci sono i grandi media- conclude il direttore scientifico dell’Irccs Neuromed, Luigi Frati – . Questi ultimi devono comunicare con il mondo scientifico al fine di garantire al cittadino una informazione corretta sulle ricerche in corso e sulle implicazioni cliniche. In tale ambito spesso si creano false speranze a cui i cittadini credono. Annunci che non servono a nulla, ai quali purtroppo seguono gravi conseguenze per la salute pubblica. L’informazione dunque, che sia positiva o negativa, va data sempre seguendo un correttezza etica e di fonte. Su questo Neuromed fa pro-scienza, è ricerca che guida la nostra attività e l’attività dei nostri clinici”.