La neve del Vesuvio, Andrea Renzi porta in scena Raffaele La Capria sabato 16 e domenica 17 al Teatro Civico 14 di Caserta.

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Pubblicato nel 1988, vincitore del Premio Grinzane Cavour 1989, La neve del Vesuvio ripercorre in 11 capitoli gli anni della prima infanzia e dell’adolescenza di Tonino, nella Napoli degli anni ’30. Diretto ed interpretato da Andrea Renzi, la pièce ci spinge con leggerezza verso un essenziale contatto con la nostra parte infantile, una rara esperienza di equilibrio tra grazia e ragione, tra fantasia e verità.

Domenica 17 novembre alle ore 17, ci sarà un incontro con Andrea Renzi e il pubblico per il ciclo di appuntamenti Ascolti > incontri sul teatro.

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Ne La Neve del Vesuvio, una raccolta di racconti autobiografici il cui protagonista è Tonino, un bambino che viene descritto dai due anni fino al primo ginnasio nella Napoli degli anni ’30, lo stile di La Capria raggiunge un vertice di nitore, semplicità e trasparenza.

 

“Mi interessavano quei momenti in cui, mentre la vita scorre inavvertita, avviene per caso e all’improvviso la scoperta di una verità che ci tocca nel profondo e resta poi radicata nell’animo per sempre”, l’Autore stesso così argomenta le ragioni del suo libro. Gli eventi di questo piccolo romanzo di formazione sono le scoperte conoscitive che vanno formando la coscienza di Tonino: da quando scopre di vivere nel tempo, a quando scopre di essere uno e distinto e passa dalla pura sensazione alla parola.

 

Una voce adulta racconta il suo sentire bambino e nel tessere il filo del passato e le figure che accompagnano la sua crescita – la madre, il padre, il professor Haberstumpfs – Tonino gradualmente si stacca dal suo mondo infantile e acquisisce la consapevolezza della perdita dell’infanzia e della sua totalità di visione.

 

La voce di La Capria è una musica inconfondibile, ricchissima di infinite sfumature, di umorismo, di acutezze, di sottintesi, di indolenze, di malinconie, di colori. La sfida è darle corpo, abitare quelle parole, sognarle e immaginare cosa avviene nello spazio tra una parola e l’altra, indagare i pensieri che vi sono dietro per portare dalla pagina all’oralità alcuni di questi straordinari racconti. Penso a una forma di teatro centrata, con chiarezza e semplicità, sulla pura relazione tra attore e spettatore.

 

La Neve del Vesuvio, una neve fugace e meravigliosa come l’infanzia, ci spinge con leggerezza verso un essenziale contatto con la nostra parte infantile, una rara esperienza di equilibrio tra grazia e ragione, tra fantasia e verità.

 

Andrea Renzi