L’Opera Buffa alla riconquista di Napoli, due giorni in Sala Assoli.

C’è un motivo per cui Jean Jacques Rousseau in pieno Settecento consigliava di venire a Napoli, ascoltare i capolavori di Leo, Durante, Jommelli e Pergolesi. Quella fascinazione è ancora viva oggi: dopo la tre giorni di spettacoli nella Reggia di Portici, il Festival dell’Opera Buffa Napoletana arriva, dal primo al 3 novembre, a Sala Assoli. prologo della Stagione 2021-2022 di Casa del Contemporaneo.

La rassegna diretta da Massimiliano Sacchi apre uno squarcio su un periodo storico e su un genere che pochi conoscono veramente e a fondo; riporta l’attenzione su un periodo storico in cui Napoli è stata una capitale europea della cultura con Londra, Vienna e Parigi e ricorda le stanze della scena napoletana, oggi totalmente dimenticate come il teatro dei Fiorentini, il San Bartolomeo, il Nuovo, dove si rappresentò trecento anni fa, un’autentica rivoluzione.

Per il suo direttore artistico, il Festival “è rivolto a tutti, curiosi ed esperti. La leggerezza e una verve comica frizzante e senza cedimenti innestata su pagine di musica di altissima qualità rende gli intermezzi buffi napoletani assai stuzzicanti per la sensibilità e i gusti del pubblico di oggi”.

Sostenuta dal MIC (Ministero Italiano della Cultura), organizzata da Giano Bifronte e con il coordinamento teatrale di Claudio Di Palma, la rassegna è un trionfo della commedia per musica napoletana che offre pagine di musica di altissima qualità in una verve comica brillante.

In programma “Il maestro di Cappella” di Domenico Cimarosa, “L’uccellatrice” di Niccolò Jommelli, l’operina omaggio a Giovanni Paisiello “Mastrogiorgio”, e due concerti, “A Serpina penserete” e “La musica del sole”.

Quest’ultima andrà in scena mercoledì 3 novembre, in conclusione della manifestazione con L’Uccellatrice. Melodie tradizionali e versi popolari che rimandano a Vinci, Pergolesi, Leo, Paisiello e Cimarosa sono riproposte da Erasmo Petringa e Marcello Vitale alla mandola e alla chitarra battente; è una possibile testimonianza di street music tutta giocata sullo stile interpretativo.

“Il Maestro di Cappella”, invece, è un intermezzo settecentesco per sola voce, quella del basso Luca Di Lorenzo, accompagnato al pianoforte da Fabrizio Romano; la regia è affidata a Enzo Mirone, i costumi sono di Giuseppe Avallone. Unica nel suo genere, l’operina sarà in scena il primo novembre.

Basata su un testo originale scritto a quattro mani dal regista Rosario Sparno e dal poeta Francesco Forlani, l’opera buffa “Mastrogiorgio” è un esplicito omaggio a Paisiello ambientato nell’Ospedale degli Incurabili a Napoli. Al centro del lavoro, musicato da Massimiliano Sacchi e Giulio Fazio, c’è il tema della follia. L’appuntamento con l’opera buffa è il 2 novembre.

L’altro concerto presente in rassegna “A serpina penserete” (Young Pergolesi), è ancora frutto della collaborazione di Petringa e Vitale che ci mostreranno come la musica classica sia stata, prima di arrivare alle sale da concerto, un genere di consumo amato dal pubblico. L’omaggio a un musicista di culto è in Sala Assoli il primo novembre.

 “L’uccellatrice” di Niccolò Jommelli è un’opera che si vede molto raramente, un gioco di corteggiamento, di provocazioni della malìa per amore in cui cadono Mergellina e don Narciso sotto gli occhi del servo Lesbino. La regia è affidata a Claudio Di Palma e a Paolo Cresta. Il lavoro chiuderà la rassegna il 3 novembre.