Inquinamento, vescovo Acerra: non siate samaritani dell’ora dopo.

Il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, al suo arrivo alla cerimonia di celebrazione alla presenza del Presidente Mattarella, della festa della Liberazione celebrata quest'anno nel castello della cittadina in provincia di Napoli, 25 aprile 2022. ANSA / CIRO FUSCO

“Se non rispondiamo in tempo al problema dell’inquinamento, si rischia di essere il samaritano dell’ora dopo, che arriva quando è ormai troppo tardi”.

Lo ha detto il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, monsignor Antonio Di Donna, aprendo un incontro con i vescovi ed i sacerdoti campani svoltosi nell’area ex Ma.c.ri.co a Caserta.

L’incontro è il terzo, dal 2020, promosso dalla Conferenza episcopale campana, che vede ogni anno protagoniste le diocesi colpite dall’inquinamento ambientale, in particolare quelle i cui territori insistono tra Napoli e Caserta.

Particolare la scelta della location di quest’anno, un’area di 33 ettari che nel dopoguerra l’Esercito italiano destinò a Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati fino alla fine degli anni ’90, e che è tornata nella disponibilità della diocesi. Sogno del vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, è di poterla trasformare in un polo sociale e culturale come luogo di incontro e di dialogo tra le generazioni, per educare i giovani e i ragazzi alla cultura della giustizia e della cura del creato.

Nel suo intervento monsignor Di Donna ha insistito affinchè “l’educazione alla pace, alla giustizia e alla salvaguardia del creato diventi parte integrante dei cammini di fede nelle parrocchie, in particolare nel catechismo dei fanciulli e tra i giovani”, sottolineando che “la nostra formazione rimane ancora molto incentrata sulla teologia della redenzione e meno su quella della creazione e la sua salvaguardia, nonostante l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco sulla custodia della casa comune”. Il presule ha richiamato il 60esimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, che cade proprio oggi, rimarcando che il “Concilio voleva essere la risposta della Chiesa ad un mondo che stava cambiando, ai suoi problemi e alle sue sfide, così si trova oggi ad affrontare il problema dell’inquinamento”. (ANSA).