Vitulazio, indagati anche sindaci.

Un militare della Guardia Costiera mentre effettua un controllo nell'impianto di depurazione di Capaccio-Paestum (Salerno) che è stato sottoposto a sequestro dalla Capitaneria di Porto di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale a Paestum, 23 marzo 2018. Da quell'impianto sono fuoriusciti i dischetti di plastica ("carrier") poi trovati su gran parte delle coste tirreniche, in particolare sui litorali calabresi, campani, laziali e toscani. ANSA/Guardiacostiera EDITORIAL USE ONLY NO SALES
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Sarebbe stato il malfunzionamento di un depuratore che serve quattro comuni del Casertano a provocare la macchia nera che il 6 maggio scorso, appena dopo la fine del lockdown, dal canale Agnena si propagò nel Mar Tirreno nel comune di Castel Volturno.

E’ quanto emerso dall’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha disposto il sequestro d’urgenza del depuratore intercomunale ubicato a Vitulazio, che serve anche altri tre comuni (Pastorano, Bellona e Camigliano) e una popolazione di 18.700 persone; i sigilli sono stati apposti dai carabinieri della forestale e dalla Guardia Costiera di Castel Volturno.

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La Procura ha poi iscritto nel registro degli indagati i sindaci dei quattro comuni dal 2015 ad oggi, ipotizzando che le acque reflue urbane provenienti dai quattro paesi del Casertano finissero senza trattamento direttamente nel canale Agnena, e quindi nel Tirreno; il fenomeno, fa notare l’ufficio inquirente, si sarebbe verificato già in quattro circostante (2004, 2012, 2016 e 2019). (ANSA).