1° ottobre 2002 – 13 febbraio 2024: 500 giorni senza funicolare di Chiaia!

Martedì 13 febbraio, martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, a Napoli festeggeremo, si fa per dire, anche i primi 500 giorni, da quando i treni della funicolare di Chiaia, i quali ogni giorno trasportavano 15mila passeggeri, la maggior parte dei quali lavoratori e studenti, si sono fermati, senza peraltro che, dopo la chiusura avvenuta il 1° ottobre del 2022 e per oltre un anno, si siano mai visti operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che, nel capoluogo partenopeo, notoriamente fa acqua da tutte le parti.

Le ripercussioni, in questo lungo periodo di tempo, si sono aggravate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall’ANM. Solo per esemplificare, il traffico al Vomero ogni giorno va in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero tra via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione e via Annella di Massimo “.

A ritornare puntualmente, a ogni significativa scadenza, sulle conseguenze scaturite dal fermo dell’importante impianto a fune, che collega il Vomero con il quartiere Chiaia, è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo i malfunzionamenti che da tempo stanno caratterizzando la vita delle funicolari cittadine, fondatore sul social network Facebook del gruppo “Napoli: gli “orfani” della funicolare di Chiaia”.

“Va ricordato – sottolinea Capodanno – che la costruzione di questa funicolare, la prima dei quattro impianti a fune presenti a Napoli, fu realizzata dalla ditta “Fermariello Gennaro” nel periodo tra il maggio del 1887 e l’ottobre del 1889, per essere inaugurata il 17 ottobre 1889. Dunque i lavori richiesero poco più di due anni con le tecnologie dell’epoca, con una trazione che originariamente era effettuata con motori a vapore mentre l’elettrificazione avvenne solo l’anno seguente. Oggi, con le tecnologie del 21 secolo e dopo oltre 200 anni da quell’evento, occorrerà praticamente lo stesso tempo solo per realizzare i lavori di revisione ventennale. Una vergogna! ”

” Intanto – afferma Capodanno – non accenna a diminuire il disappunto per l’eccessiva durata del fermo dell’impianto a fune, i cui treni collegavano le due stazioni terminali in poco più di tre minuti, andando a penalizzare anche i viaggiatori, che affluivano dalle due stazioni intermedie di Palazzolo e di corso Vittorio Emanuele, per i quali non è stato mai istituito un mezzo sostitutivo su gomma. Solo a fine maggio 2023, al quarto tentativo, è stata aggiudicata la gara d’appalto, per un importo di poco meno di 7 milioni di euro, con lavori che però sono iniziati cinque mesi dopo, nell’ottobre dell’anno scorso. Intanto era trascorso già oltre un anno dal fermo dell’impianto. Allo stato, considerando i dieci mesi indicati nell’appalto per l’esecuzione dei lavori e i tempi per effettuare le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell’Ansfisa, se tutto va bene, si può preventivare che l’impianto non riaprirà prima della fine dell’estate prossima, anche se va ricordato che, in passato, si sono verificati non pochi ritardi per analoghi lavori effettuati sugli impianti a fune del capoluogo partenopeo “.

“Comunque vada – conclude Capodanno -, Napoli, ancora una volta, acquisirà un nuovo primato negativo nell’ambito del funzionamento del trasporto pubblico. Difatti, alla fine, la funicolare di Chiaia sarà rimasta chiusa per circa due anni, battendo ampiamente il primato detenuto dalla funicolare Centrale che, anch’essa per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque “solo” per quasi un anno a fronte dei sei mesi originariamente previsti “.

” Chiediamo all’amministrazione comunale partenopea e all’ANM, l’azienda napoletana per la mobilità, ciascuno per quanto di competenza, di attivarsi, in tempi rapidi, affinché, per i lavori di revisione ventennale in corso alla funicolare di Chiaia, nel rispetto dalle norme dettate sia dal DPR 380/2001, testo unico in materia edilizia, che dal D.L. 81/2008, testo unico sulla sicurezza, venga affisso, almeno fuori alle quattro stazioni dell’impianto e in maniera ben visibile, il cartello di cantiere, sul quale riportare tutte le notizie indicate dalla normativa vigente, tra le quali l’importo delle opere, l’identificazione dell’impresa esecutrice, il direttore dei lavori, il responsabile del procedimento ma principalmente la durata dei lavori con l’indicazione della data d’inizio e di quella della fine “. A intervenire sulla questione è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari.

“Va ricordato – sottolinea Capodanno – che, sempre in base alla succitata normativa, l’assenza del cartello o l’illeggibilità dei dati da riportare possono essere sanzionate con un’ammenda fino a un massimo di 10.329 euro: “per l’inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dal presente titolo, in quanto applicabili, nonché dai regolamenti edilizi, dagli strumenti urbanistici e dal permesso di costruire”, così come indicato nell’art. 44 del succitato DPR 380/2001 “.

” Al riguardo – puntualizza Capodanno -, nella circolare del ministero dei lavori pubblici 1 giugno 1990, n. 1729/UL, si prescrive quanto segue: ” Nel cantiere dovrà essere installata e mantenuta durante tutto il periodo di esecuzione dei lavori, apposita tabella di dimensioni non inferiori a m 1,00 (larghezza) per m 2,00 (altezza), collocato in sito ben visibile indicato dal direttore dei lavori, entro cinque giorni dalla consegna dei lavori stessi. Per le opere con rilevante sviluppo dimensionale, il direttore dei lavori dovrà altresì provvedere affinché venga installato un numero di tabelle adeguato alla estensione del cantiere. Tanto la tabella quanto il sistema di sostegno della stessa, dovranno essere eseguiti con materiali di adeguata resistenza e di decoroso aspetto. La tabella dovrà recare impresse a colori indelebili le diciture riportate nello schema tipo allegato alla presente, con le opportune modifiche e integrazioni da apportare, ove occorra, in relazione alle peculiarità delle singole opere. In fondo alla tabella dovrà essere previsto un apposito spazio per l’aggiornamento dei dati e per comunicazioni al pubblico in merito all’andamento dei lavori. In particolare, dovranno essere indicate in tale spazio le sospensioni e le interruzioni intervenute nei lavori con illustrazione dei motivi che le hanno determinate e con la previsioni circa la ripresa dei lavori e i nuovi tempi di completamento dell’opera. Gli uffici in indirizzo sono invitati a prevedere negli atti contrattuali, quale onere a carico dell’appaltatore, apposita norma di ricezione di quanto prescritto dalla presente circolare, nonché a prevedere controlli periodici sulla completa osservanza delle suddette istruzioni e clausole penali per i casi di inadempimento. Si rappresenta da ultimo che, interessando la summenzionata legge n. 55 del 1990 ogni genere di opere e lavori pubblici, gli uffici medesimi dovranno attivarsi affinché vengano adottate dagli enti interessati consimili a quella di cui all’allegato schema, al fine di una maggior chiarezza e informazione al pubblico “. “