Anno Giudiziario: zone d’ombra tra criminalità, affari e politica.

“Dobbiamo prendere atto di una mutazione profonda nella criminalità organizzata che vede la commistione sotterranea tra criminalità, notabili, politici, imprenditori e liberi professionisti. Questi sono i fili che noi dobbiamo recidere”.

Così il procuratore generale di Napoli Luigi Riello a commento della presentazione della relazione dell’anno giudiziario con il presidente della Corte d’appello Giuseppe de Carolis di Prossedì. “Il messaggio che dobbiamo lanciare – dice Riello – è che fare affari non conviene e porta in galera”.

Diminuisce la pendenza dei procedimenti del settore civile ma aumenta quella nel penale. Sono i primi dati emersi sull’andamento dei processi nel 2018. Nel settore penale si è passati per le sezioni ordinarie da 44.668 a 44.777 processi pendenti, pari al 9,2% in più, principalmente a causa della sopravvenienza, passata da 14.083 processi a ben 15.609 processi, pari al 10,08 %. “Abbiamo 15 magistrati in meno e quindi immaginate quanto questo possa pesare”, spiega De Crolis. (ANSA)