Carcere di Santa Maria Capua Veterere, detenuti trasferiti e rinforzi in arrivo per gli agenti penitenziari.

Agenti di Polizia in assetto anti sommossae della Polizia Penitenziaraia presidiano il perimentro della Casa circondariale della Dogaia a Prato, polizia a causa della protesat dei detenuti, 9 marzo 2020. Sta mano a mano rientrando la rivolta dei detenuti all'interno del carcere pratese. Dopo una trattativa con un dirigente della polizia e con alcuni uomini del personale di polizia penitenziaria la maggior parte dei carcerati ha smesso di protestare. . Confermato al momento che non ci sarebbero feriti nè tra il personale nè tra i reclusi. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

Sono stati trasferiti in altre strutture penitenziarie campane i tre detenuti extracomunitari promotori della rivolta scoppiata ieri al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), che ha portato al ferimento di otto agenti della penitenziaria.

I disordini sono avvenuti al reparto “Danubio”, quello in cui sono reclusi, anche in isolamento, una cinquantina di detenuti cosiddetti “problematici” per l’ordinamento carcerario; “troppe teste calde insieme”, dice un agente che vuole mantenere l’anonimato. Sono un centinaio gli agenti in servizio al carcere casertano – anche qualcuno dei 57 indagati per i presunti pestaggi di detenuti – che si sono messi in malattia a causa dello stress; già ieri sera, in rinforzo, sono arrivati quasi un centinaio di agenti.

“Apprezziamo l’attenzione del Dap – dice il segretario regionale dell’Uspp, Ciro Auricchio – Aspettiamo ancora le scuse dei Carabinieri per la mortificazione subita con l’identificazione dei nostri agenti davanti all’ingresso del carcere”. (ANSA).