Casamicciola, fiaccolata ad un mese dalla frana.

Ad un mese dalla frana del 26 novembre scorso l’isola d’Ischia ha ricordato ieri pomeriggio le 12 vittime della tragedia con una fiaccolata silenziosa.

Verso le 18 centinaia di persone si sono radunate in piazza Marina a Casamicciola per accendere le candele con la ‘Luce della Pace’, donata dagli scout del M.A.S.C.I. regionale ed attinta alla lampada che illumina il luogo della nascita di Gesù, a Betlemme.

Presenti alla manifestazione don Gino Ballirano parroco di Santa Maria Maddalena (la chiesa che sorge a poca distanza dalle zone più colpite dalla frana), il commissario straordinario Legnini, il commissario prefettizio di Casamicciola Calcaterra e gl altri sindaci isolani.

La fiaccolata ha raggiunto piazzale Anna De Felice, che porta il nome della ragazza vittima della alluvione del 2009 ed ha poi fatto ritorno nella piazza principale del comune ischitano; poco dopo don Gino ed i sindaci hanno raggiunto, con mezzi dei vigili del fuoco, piazza Maio ed il Celario – la zona in cui sono morte tutte le vittime della frana – per deporre una lampada. (ANSA).

Dodici vittime, oltre 400 sfollati. A un mese dalla tragica alluvione del 26 novembre sono ancora profonde le ferite di Casamicciola, il comune ischitano colpito dalla frana dove oggi pomeriggio si è svolta una fiaccolata silenziosa in memoria degli scomparsi.

Molti i nodi ancora da sciogliere, cominciando dal rientro a casa delle famiglie residenti nella ‘zona rossa’ e dagli esiti dell’inchiesta aperta dalla procura di Napoli, per ora senza indagati, sulle eventuali responsabilità del disastro.

Si stima che un mese fa caddero su Ischia 126 millimetri di pioggia in sei ore, una quantità d’acqua abnorme che il monte Epomeo non riuscì a drenare. Risultato, una valanga di detriti – circa 80mila tonnellate di fango – abbattutasi sulle strade di Casamicciola. La frana distrusse ogni cosa sul suo cammino, comprese le vite di dodici persone, fra cui tre bambini e un neonato, sorprese durante il sonno o in un disperato tentativo di fuga.

Oltre 400 gli sfollati, la maggior parte ospitati in hotel riaperti per l’emergenza, ma dopo l’alluvione, in occasione delle allerta meteo, molti altri hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per sicurezza in attesa del piano di emergenza definitivo, una delle questioni più importanti sul tavolo del commissario all’emergenza frana, Giovanni Legnini, che in queste settimane ha già avviato un intenso programma di lavoro.

Anzitutto il territorio più a rischio è stato completamente monitorato e mappato e diviso in quattro zone a seconda dell’indice di rischio; entro questa settimana dovrebbe essere comunicata la decisione finale sui rientri in casa per diversi sfollati e sulle procedure da seguire per i prossimi allarmi meteo. Attese anche le procedure per l’attivazione del contributo di autonoma sistemazione che permetterà agli sfollati di poter prendere in fitto un immobile; altra tappa sarà la rimozione e lo smaltimento delle migliaia di tonnellate di fango portate a valle dalla alluvione. (ANSA).