Antonio Canova. Epistolario (1779-1794), a cura di Giuseppe Pavanello, presentazione venerdì 16 a Capodimonte

Venerdì 16 giugno 2023 alle ore 16.30 presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli si terrà la presentazione del volume Antonio Canova. Epistolario (1779-1794), a cura di Giuseppe Pavanello, terzo volume dell’Opera: Edizione nazionale delle opere di Antonio Canova.

La presentazione sarà preceduta dai saluti istituzionali di Sylvain Bellenger, direttore generale del Museo e Real Bosco di Capodimonte e da Gianni Venturi, presidente del Comitato Nazionale delle opere di Antonio Canova. Con l’autore dialogherà la professoressa Rosanna Cioffi, professore emerito di materie letterarie al Dipartimento di Lettere dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

 

Il volume

 

Canova (1779-1794): dal primo documento conosciuto – la «Supplica» per essere aggregato all’Accademia veneziana in data 30 marzo 1779 – fino al 1794 scorrono sedici anni della vita di Antonio Canova, nei suoi risvolti umani e nelle innumerevoli attività artistiche.

E’ un tempo di formazione e di crescita quello del primo soggiorno a Roma, diventata città d’elezione con la scelta di risiedervi stabilmente. Anni, ancora, che vedono sbocciare le potenzialità molteplici di un artista giovane che velocemente riesce a imporsi nell’ambiente di spicco in Europa, nel momento in cui si afferma il gusto neoclassico.

Dalla scheda editoriale è possibile leggere: “Non è facile avviarsi alla lettura di queste centinaia di lettere e arrivare alla fine dell’itinerario. Per chi le ha trascritte e annotate è stato un viaggio molto lungo nel tempo, con tante fatiche e tante soddisfazioni: una sorta di convivenza virtuale, che ha consentito di accedere alla sfera personale di tanti personaggi, primo fra tutti, il nostro Antonio. Non si può che essergli grati: non è stato un genio creatore e basta. Il suo epistolario ci ha regalato uno spaccato straordinario non di un mondo soltanto, ma di tanti mondi. A partire dal suo. Quanta umanità trapela da queste lettere: è forse il messaggio più alto, che viene a toccarci nell’intimo. Non solo il primo artista moderno, anche il primo uomo moderno”.

 

Ecco solo alcuni dei tanti spunti interessanti tratti dal volume

 

“Canova scrive preferibilmente di sera, nella sua camera, prima di dormire, 9 novembre 1779: ‘mi resi alla mia camera ove mi trateni per scrivere; mi morì il lume e ha convenuto che me ne vada a letto’; 12 e 13 novembre: ‘Io poi me ne andiedi a casa per scrivere’; ‘mi portai a casa per scrivere’ e  ‘andiedi a portare varie lettere alla posta’.

 

“L’attività scrittoria nella cameretta mel Palazzo di Venezia, ospite dell’ambasciatore Girolamo Zulian, personaggio chiave nel presente carteggio, si alterna con l’ “inventare”: l’esecuzione cioè di disegni e bozzetti, cui l’artista di dedica di sera”.

 

“Son più che certo che l’adorabile signor cavalier Zulian averà sentito con piacere di me. Esso mi ama e mi ha amato quando ero un minoribus (se scrivo male il latino e anche l’italiano ricordatevi che fo statue) […] Ricorrente l’espressione: ‘Perdonerà il carattere perché quand’è il sabato son costretto a scrivere in gran fretta” […] converrà che Ella abbia pazienza a legiere le mie lettere, perché son costretto a scrivere in gran fretta quand’è il sabato”

 

E’ ben noto il percorso compiuto, passo passo, da quel veneto di ventidue anni giunto a Roma alla fine del 1779 con tante aspettative dopo aver scolpito il gruppo di Dedalo e Icaro, il cui successo gli valse di esser accolto all’Accademia veneziana, ansioso di venire a conoscenza dei capolavori della scultura classica, nei marmi finalmente, non più negli esemplari in gesso studiati nella Galleria Farsetti”

 

“Un carteggio non è fatto solo di mittenti e di destinatari: vi si incontrano una quantità di nomi che a vario titolo di intrecciano con le vicende l protagonista: ecco allora Antonio D’Este e Martino De Boni, compagni di studi all’Accademia veneziana, uno destinato a diventare una sorta di alter ego di Canova , chiamato a dirigere ben presto lo studio di scultura, il secondo, pure legatissimo allo scultore, suo insegnante di pittura”.

 

Informazioni:

 

Antonio Canova, Epistolario (1779-1794), a cura di Giuseppe Pavanello

Bassano del Grappa, Comitato per l’Edizione Nazionale, 2020

LXIX, 741 p., 13 carte di tav., 25 cm

Terzo volume dell’Opera: Edizione nazionale delle opere di Antonio Canova

ISBN 9788894054545

L’autore

 

Giuseppe Pavanello si è laureato in Lettere sotto la guida di Rodolfo Pallucchini all’Università di Padova, dove ha svolto la sua prima attività didattica e di ricerca dal 1972 al 1987, anno in cui ha vinto il concorso di professore ordinario. E’ stato chiamato nel 1988 a coprire la cattedra di Storia dell’arte medievale e moderna nell’Università degli Studi di Trieste, facoltà di Lettere e Filosofia, dove ha diretto l’Istituto di Storia dell’arte. E’ titolare, attualmente, in quella facoltà, della cattedra di Storia dell’arte moderna.

È, dal 2002, direttore dell’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Socio effettivo dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, organizza le “Settimane di Storia dell’arte veneta”, promosse in collaborazione con l’ École du Louvre di Parigi, e cura, assieme a Francesco Valcanover, la collana “Studi di Arte Veneta” e “Monumenta Veneta”.

Fa parte del Comitato per l’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, dell’Istituto di ricerca su Canova e il neoclassicismo di Bassano, del Consiglio scientifico della Fondazione Canova di Possagno, dove dirige il Centro Studi Canoviani.

Presso l’Università di Trieste è responsabile della ricerca “Opere d’arte veneta in Istria e Dalmazia” (quattro i volumi sinora pubblicati, con la catalogazione delle opere d’arte dell’Istria dal Medioevo all’Ottocento) e dirige la rivista dell’Università triestina “Arte in Friuli Arte a Trieste”; è componente del comitato scientifico di “Neoclassico”, rivista promossa dalla Biblioteca Civica di Trieste. Dirige la collana d’arte della Fondazione CRTrieste. I suoi studi si sono rivolti in particolare all’arte neoclassica (mostre Venezia nell’età di Canova 1780-1830, 1978; Neoclassico. Arte, architettura e cultura a Trieste, 1990; Giuseppe Bernardino Bison, 1997) e ad Antonio Canova (catalogo delle opere dello scultore, 1976; mostre Antonio Canova, Venezia 1992, e Bassano del Grappa-Possagno 2003; interventi su Canova collezionista, sui gessi, i dipinti e i disegni, la biblioteca: mostra all’Ermitage di Pietroburgo, 2001), alla committenza e al collezionismo sei e settecentesco (indagini sui Baglioni, Rezzonico, Nave, Recanati, gli inventari di Pietro Edwards), alla scultura del Veneto e del Friuli Venezia Giulia dei secoli XVIII-XIX (saggi del 1988 e del 1995, convegno di Lubiana del 1998, convegno di Venezia promosso dall’Istituto Veneto nel 2001, con curatela degli Atti), alla pittura veneziana dal Seicento all’Ottocento (da Louis Dorigny a Giambattista Tiepolo e ai tiepoleschi, ad Antonio Guardi; mostre Pietro Longhi, Venezia 1993; Da Padovanino a Tiepolo, Padova 1997; Capolavori nascosti dall’Ermitage di Pietroburgo, Udine 1998; Europa um 1770. Kunst in der Epoche der Aufklärung, Francoforte 1999), alla decorazione d’interni nei palazzi di Venezia, Trieste, Padova, Bassano e delle ville venete nei secoli XVII-XIX (Gli affreschi nelle ville venete dal Seicento all’Ottocento, 1978; Palazzo Grassi, 1986; Il Teatro La Fenice, 1987; saggio nel catalogo della mostra Il Veneto e l’Austria 1814-1866, 1989), alla pittura dell’Ottocento e del primo Novecento (mostre Venezia nell’Ottocento. Immagini e mito, Venezia 1983; Zandomeneghi, 1988; Trieste, Venezia e le Biennali 1895-1914, 1995; Ottocento di frontiera. Gorizia 1790-1840, 1995; saggi del 1991, 1997, 2000). Ha curato, per la Regione del Veneto, i due volumi La pittura nel Veneto. L’Ottocento (2003-04) e i due volumi La pittura nel Veneto. Il Novecento (2006-07), questi ultimi assieme a Nico Stringa, con il quale ha organizzato le mostre Ottocento veneto. Il trionfo del colore e Venezia Novecento. Da Boccioni a Vedova (Treviso, Ca’ dei Carraresi, 2004 e 2006). Sempre a Ca’ dei Carraresi ha curato nel 2008-2009, assieme ad Alberto Craievich, la mostra Canaletto. Venezia e i suoi splendori.

Presso la Fondazione Giorgio Cini è responsabile della direzione delle riviste “Arte Veneta” (dove, a partire dal 1972, sono apparsi alcuni dei suoi più significativi contributi) e “Saggi e Memorie di Storia dell’arte”; e ha organizzato le mostre Segni del Novecento (2003), Tiepolo. Ironia e comico (2004), Il buono e il cattivo governo (2004), I disegni del Professore (2005), Teste di fantasia del Settecento veneziano (2006), Rosalba Carriera (2007), Il miracolo di Cana (2007), Il segno nell’arte (2007). Per conto dell’Istituto Regionale per le Ville Venete sta curando il catalogo generale degli affreschi in villa (volumi pubblicati Il Cinquecento, 2008, e Il Seicento, 2009) e della statuaria veneta da giardino (atlante in corso di realizzazione). Dirige

inoltre la collana “Scritti di storici dell’arte veneta”, dove ha curato il volume Tiepolo di Adriano Mariuz (2008).

 

 

EDIZIONE NAZIONALE DELLE OPERE DI ANTONIO CANOVA

Comitato Scientifico

 

Gianni Venturi, Presidente

Paolo Mariuz, Segretario

Arnaldo Bruni, Francesco Buranelli, Giuliana Ericani, Mario Guderzo, Francesco Leone, Hugh Honour, Paola Marini, Maria Vittoria Marini Clarelli, Fernando Mazzocca, Stefano Pagliantini, Antonio Paolucci, Manlio Pastore Stocchi, Giuseppe Pavanello, Nicholas Penny, Fernando Rigon Forte, Giandomenico Romanelli, Mario Scotti, Salvatore Settis, Carlo Sisi, Ranieri Varese