Cuore di Napoli, il libro di Ugo Cedrangolo sui personaggi storici napoletani.

Com’e’ oggi Napoli? E’ un inferno o un paradiso? E’ sporca, disordinata, violenta o e’ un posto magico, una capitale culturale e della creatività? E’ fatica o slancio coinvolgente?

“Cuore di Napoli. Miti e sogni, ricordi e passioni” – edito da Melampo, in libreria dal 28 settembre – e’ per chi voglia conoscere e capire l’antica Partenope. Un viaggio insolito e sorprendente che fa rivivere, grazie al suo incanto narrativo, Masaniello e Totò, Federico II e Carlo III, sua moglie Amalia ed Eleonora de Fonseca Pimentel.

Ma non solo; è anche un viaggio emozionante in cui l’autore del libro, il “manager filosofo” napoletano Ugo Cedrangolo, accanto alle storie delle origini e dei grandi personaggi che hanno segnato la città attraverso i secoli, ripercorre con ironia anche la propria, di storia, mescolando come in un caleidoscopio il mito e le radici, con imperdibili sprazzi di vita di chi certi vicoli di Napoli li ha camminati davvero.


BIOGRAFIA DELL’AUTORE.
Ugo Cedrangolo, napoletano, laurea in Ingegneria Meccanica e Master in Business Administration, e’ un consulente di management dalle passioni umanistiche. Lavora per gruppi imprenditoriali e grandi aziende sui temi della strategia, dell’organizzazione, dell’innovazione tecnologica. E’ stato membro di giunta della Federazione terziario avanzato, presidente dell’Assco e presidente di Cinecittà Entertainment. Attualmente e’ nel Consiglio di amministrazione di diverse aziende.

Ha condotto attivita’ di docenza presso il Politecnico di Milano, la Sda, il Mip, l’Istud e lo Stoa.

Ha pubblicato “Management, frattali e pensées. Strategia nella prassi” («Il Sole 24 Ore», 1993).

 

 

DAL LIBRO.

La Signora Maria si va a confessare da Padre Angelo, il parroco della Chiesa di Montesanto: e’ turbata, sa he la roba e’ rubata e vorrebbe restituire il maltolto, ma a chi? E poi chi crederebbe alla storia della gatta? Don Angelo – uomo pratico – tronca la questione sul nascere: “E’ un dono della Provvidenza! A ogni modo recita quattro Pater e quattro Ave Maria, e se capita ancora la prossima volta ricordati del tuo Parroco: non mangio ‘na fella ‘e salame da anni e me so persino scurdato ‘o sapore…”