Oxido, la nuova coreografia di Marco Auggiero domenica 19 al Teatro Bolivar

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Emozioni in danza al teatro Bolivar di Napoli (via Bartolomeo Caracciolo, 30) dove domani, domenica il 19 maggio, alle ore 19, andrà in scena la prima nazionale dello spettacolo Oxido”, con la regia e le coreografie di Marco Auggiero.

Uno spettacolo della compagnia Mart Company, fondata dallo stesso Auggiero, da diversi anni attiva nel panorama della danza internazionale.

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Lo spettacolo “Oxido” rappresenta a pieno la filosofia di Auggiero e della sua compagnia, frutto di anni di sperimentazione ed esperienza internazionale. Una filosofia che nasce come liberazione dagli schemi e dalle costrizioni della danza canonica, per approdare ad uno stile e un linguaggio del tutto personale e all’avanguardia. Una tecnica funzionale, chiara e visibile: centro come motore per un flusso di movimento continuo, uso del peso e ciclicità.

 

I danzatori in scena saranno Francesca De Vita, Sara Lomazzo, Lia Ranieri e Giuseppe De Rosa. Gli assistenti alla regia sono Giordana Carrese (che ha firmato anche i testi insieme a Marco Auggiero) e Alessandro Smorra.

 

Il personale linguaggio di Marco Auggiero esplora la dimensione psico-emotiva dei danzatori, sperimenta continue contaminazioni con nuove forme artistiche ed espressive, spaziando nell’universo umano in tutte le sue direzioni e percezioni. Nelle sue opere affronta spesso questioni dal forte impatto umano e sociale, proponendo margini di riflessione inediti e profondi. Una personale “cinestetica” del gesto, senza mai dimenticare il virtuosismo tecnico della danza.

«Il pensare a sé – spiega Marco Auggiero – e diffidare di tutto e tutti diventa terreno fertile per discriminazioni, sopraffazioni e violazione dei diritti umani.  “Ossidazione dell’anima”, ecco come lo chiamo questo stato di confusione, innaturalezza, di chiusura… la natura nasce per avvolgere, non per nascondersi dal simile. Non deride, né umilia la biodiversità. Nella mia mente sono solo atossici, i miei pensieri; incontrano le dignità, ma si dissolvono nel Caos esterno quasi come se fosse utopico lasciarsi andare ad abbracci e comprensione. Come se una nebbia penetrasse nei sentimenti, confondesse i pensieri cancellando prospettive ed orizzonti. Si avverte il vuoto, la povertà di empatia degenera sempre più in violenze e derisioni di ogni tipo; quando l’indifferenza si espande, si può giustificare con l’ignoranza? E così che si ossida l’anima: si allontanano i dolori ed il superfluo, e ci si avvicina al nucleo cercato, creato per restare in pace, egoisticamente liberi dal resto di niente».