Le edicole votive a Napoli.

Nel periodo angioino fu significativo l’insediamento a Napoli degli ordini monastici e il loro attivo diffondere la devozione per i santi e la Madonna. Il fenomeno della violenza delinquenziale segna un capitolo decisivo nell’evoluzione del percorso che la diffusione delle edicole votive compie nel tempo.
Nel Settecento le edicole votive assunsero la struttura che troviamo ancora oggi in giro per Napoli grazie ad una “piccola” rivoluzione urbana. In seguito alla distruzione delle otto luci accese dinanzi a Palazzo Reale da parte di malviventi, arrivò l’idea geniale del domenicano Padre Gregorio Rocco, il quale riuscì ad illuminare la città invitando i concittadini a impiantare edicole votive illuminate, non gravando così sull’amministrazione del Regno, per risolvere la piaga delle aggressioni nei vicoli oscuri. Facendo leva sull’esigenza di illuminare le strade e sul rispetto del popolo napoletano per i santi e i loro luoghi di culto, padre Rocco si “servì” dei tabernacoli che non furono eretti solo per “grazia ricevuta” o per “voto”.
Facimmoce ‘a croce: Napoli e i suoi Altarini” di NarteA  indaga sull’origine di questo elemento architettonico e della sua funzione nel corso dei secoli.
L’evento si svolge domenica 28 febbraio 2016 (ore 11) attraverso un percorso che si snoda da piazza Dante a Sedile di Porto fino al vicolo Santa Chiara, animando con attori professionisti in scena questi luoghi e le edicole votive della città.