La Luce vince l'ombra, dagli Uffizi a Casal di Principe.

La Vanità raccontata dalle luci sapienti di Mattia Preti. L’estasi intensa della Santa Caterina di Artemisia Gentileschi. Una stupefacente Carità di Luca Giordano. Arrivati a tempo di record da Uffizi, Capodimonte e museo di Capua, eccoli i capolavori dell’arte chiamati a tenere a battesimo la rinascita di Casal di Principe nel segno della cultura e il suo riscatto dal dominio di Gomorra. Oltre 20 grandi opere, dalla tenera ed antica Mater Matuta inviata dal museo di Capua al simbolico Fate Presto di Andy Warhol, esposti da lunedì fino al 21 ottobre tra i cantieri confiscati e le palazzine fantasma di quella che per decenni è stata la terra del clan dei Casalesi.

Ad ospitarli, i muri oggi dipinti di blu della villa a tempio che fu del boss Egidio Coppola, detto Brutus. “Stanze in cui si parlava di vite da fermare con il sangue, dove si alimentava Gomorra”, scriveva Roberto Saviano. E da dove invece oggi, nel nome di don Peppe Diana, parte il progetto di un nuovo museo. “Un progetto radicale e senza mediazioni”, sottolinea Alessandro de Lisi, direttore dell’iniziativa tutta sostenuta da privati. Casal di Principe, azzarda il sindaco Renato Natale, cerca ancora di più: “Puntiamo a diventare capitale italiana della cultura”, dice, sottolineando il coinvolgimento di tutta la popolazione. Il ministro Franceschini si impegna: “Non finirà qui – assicura – questo luogo resterà aperto, noi siamo al vostro fianco”. (ANSA)