“Al museo delle relazioni interrotte” il nuovo libro di Mia Lecomte.

Copertina Mia LecomteLa forza, la meraviglia delle coincidenze. Nel febbraio 2016 LietoColle pubblica i Dialoghi con Josif Brodskij, il grande poeta russo, premio Nobel per la Letteratura nel 1987.

Nel maggio 2016, sempre LietoColle, pubblica la raccolta di poesie di Mia Lecomte, Al museo delle relazioni interrotte. Apparentemente non c’è nessun nesso tra le due pubblicazioni.

Nessuno se non fosse che quasi sicuramente l’idea di scrivere un libro come questo alla Lecomte le si sarà accesa dopo la lettura del romanzo Il museo della resa incondizionata della grande scrittrice croata Dubravka Ugrešić. Fin qui niente di strano. Però, nel 1989 Dubravka Ugrešić, quando insegnò per un semestre alla Wesleyan University, incontrò Brodskij che era esule negli Stati Uniti già dal 1972. La Ugrešić e Brodskij si sarebbero rivisti tantissime altre volte e, soprattutto, in occasione della grande conferenza sulla caduta del muro organizzata da Rutgers University, nel 1991, proprio l’anno in cui scoppiava la guerra nei Balcani. Brodskij viveva già da anni la condizione di esule, la scrittrice croata ancora no. Quando poi Dubravka Ugrešić si schiera contro il nazionalismo e la guerra che sta per scoppiare viene considerata una traditrice e sarà costretta nel 1993 a lasciare la Croazia per trasferirsi in Olanda dove poi sarebbe rimasta, iniziando così anche lei, proprio come Brodskij, il suo esilio, prima forzato, poi volontario.

Il fascino della letteratura è anche questo susseguirsi di coincidenze che sono sempre fatti legati fra loro da una certa significatività, ma senza un rapporto di causa  ed effetto.

Tutto questo, quindi,  non significa nulla ma di sicuro carica  questo libro di poesie di un ulteriore fascino. La poesia della Lecomte respira, vive dentro di noi perché  parla con una certa ironia del dolore, del dramma, quella stessa ironia che non è certo sconosciuta alla Ugrešić, tantomeno lo era  a  Brodskij.

Foto Mia LecomteMia Lecomte non chiude gli occhi, non si lamenta ma osserva, sente e la poesia che viene fuori è, per certi aspetti, molto vicina alla nostra vita:

Eppure le rose erano tutte bianche/ una carezza ancora possibile per noi/ se poi d’un tratto vederle screziarsi lungo/ le ore assegnate è stato facile/ perfino perderci in solitudine composta/ fra tante ginocchia e gli occhiali/ Piove piano qualche volta i petali cadono/ l’uno sull’altro in un apparente disordine/ sul tavolo è rimasta la penna/ ago dell’intenzione da nord a sud traduce/ i canoni di un magnetismo di scuola/ disorientandoci a qualunque tenerezza (Falsa estate – Paris BnF -)

 

LietoColle

http://www.lietocolle.com/2016/07/novita-editoriale-lecomte-mia-al-museo-delle-relazioni-interrotte/