La Via Cava, la poesia di Massimo Parolini.

Copertina ParoliniAi tempi di Eliot la memoria esercitava un richiamo fortissimo e i grandi poeti vi facevano delle lunghe perlustrazioni per trovare la via del cuore.

I poeti del nostro tempo ( che non è affatto un tempo lento) sanno che la memoria ormai ha spazi molto ristretti, quindi devono prendere altre vie.

Massimo Parolini in La via cava (LietoColle) ha sicuramente un suo suggestivo itinerario che cerca di spiegare ai suoi lettori in una breve nota introduttiva:

“Cavo, concavo, incavo, è ciò che ha la superficie curva e rientrante. Cavo è il grembo che ci ha custodito dal concepimento alla nascita. Cava la culla che lo ha sostituito nei primi mesi di vita. Cava è la mano che stringo in segno di relazione, cava la mano che accarezza, che accoglie l’acqua che disseta e ci sostiene, cavo il pozzo da cui attingere l’acqua, il secchio che la raccoglie, il mestolo la coppa il bicchiere che imitano la mano, cavo il vaso che contiene gli alimenti. Cavo è il riparo che ospita l’uomo, dalla grotta caverna alla casa certificata, cavo il riparo degli dei, l’antro della Sibilla, il luogo delle profezie, gli ipogei, le necropoli (unite negli Etruschi dalle “vie cave”.

Bellezza, stupore, grovigli di fatti d’ogni giorno sono gli elementi che stanno alla base della poetica di Massimo Parolini. La sua visione è suggestiva e cattura il lettore con dei versi significativi  e pervasi da un leggero accenno di mistero:

luce che si alterna/ tra le pagine del libro/ e improvvisa ombra impura:// ecco il nostro amare/ ricevere la forma/ dell’inquieta larva oscura

LietoColle

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