Esame di avvocato, i Praticanti: bloccati 30.000 aspiranti avvocati.

Non si è ancora placata la polemica sul rinvio delle prove di abilitazione alla professione forense, disposta dal Ministro della Giustizia, Alfonso Buonafede, che si continua sulla scia della totale disattenzione nei confronti dei praticanti avvocati. Bloccati circa trentamila giovani futuri avvocati, trentamila aspiranti professionisti che sprofondano ancora di più nell’incertezza circa il loro futuro lavorativo ed umano.

“Abbiamo più volte denunciato – come UPA – l’ingiusta disparità di trattamento tra gli esaminandi delle altre professioni e i praticanti avvocato. Di fronte alle difficoltà e ai rischi della pandemia, ai primi è stato concesso l’esame orale”, mentre ai praticanti avvocato “non è stata data alcuna risposta. Una disuguaglianza patologica che si spiega solo con la volontà di mantenere ad ogni costo sempre più difficile l’accesso all’Ordine degli Avvocati. Una precisa scelta politica ed elitaria, scelta che a quanto pare è condivisa da molti COA e dal CNF.”

Manca la dovuta attenzione e sensibilità dei suddetti Consigli nei confronti delle esigenze dei praticanti avvocati per le nuove forme di accesso alla professione, determinando così uno scollamento tra i Consiglieri dell’Ordine ed i colleghi più giovani.

La domanda sorge spontanea, parafrasando un noto giornalista, ci spieghino i COA e il CNF le ragioni per le quali i praticanti avvocati non possono avere, in via straordinaria, una procedura di abilitazione compatibile con le normative anti-covid?”

Questo totale disinteresse, questo non rispondere, consente di riflettere sulla mancata attenzione rivolta dalla classe elitaria dei “Dominus” verso la tutela dei loro giovani praticanti e del loro accesso al mondo del lavoro.

“Auspichiamo una ancora maggiore sensibilità da parte dei C.O.A. verso la problematica che ha pesantemente investito tutta la categoria dei praticanti avvocati – dichiara la Presidente Claudia Majolo – e che tutte le Istituzioni preposte si attivino, questa volta concretamente, per tutelare la categoria”.
Non possiamo quindi ritardare ulteriormente nel garantire ai praticanti avvocati la parità di trattamento ed il ripristino della legalità, per restituire loro la possibilità di programmare il proprio futuro e per ridare fiducia nello Stato a coloro che presto saranno chiamati ad amministrarne settori di importanza fondamentale per la crescita del nostro Paese.

F.to
Il Presidente di U.P.A.
Claudia Majolo