Sottencoppa, il Carnevale sonico napoletano

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Il 10, 11 e 13 febbraio 2024 torna “Sottencoppa”, il Carnevale promosso dal Comune di Napoli. Tre giorni di festa sonora tra i marmi della Chiesa di San Potito e le volte della Galleria Principe di Napoli, con aree destinate a laboratori aperti a cittadini e visitatori di ogni età.   Un Carnevale sonico, organizzato da Ravello Creative L.A.B. con la direzione artistica di Giulio Nocera, che vuole abbracciare una mondialità musicale, suoni capaci di popolare la città a partire da profonde specificità, come paradigma accogliente e molteplice. Tenendo assieme – tra le altre – vibrazioni turche, voci e sperimentazioni statunitensi, esperienze musicali italiane, canti egiziani, ritmi panafricani, mistiche persiane.

Il programma è immaginato come una parata di maschere sonore. Apparizioni che manifestano una drammaturgia tesa a guidare gli spettatori in una avvincente scoperta di diversità e somiglianze.

“Giunge alla sua seconda edizione il Carnevale organizzato dal Comune di Napoli, nel
segno della programmazione culturale, continua e destagionalizzata, sostenuta dal
Sindaco Gaetano Manfredi – dichiara il coordinatore per le politiche culturali Sergio
Locoratolo – Un rito che si rinnova, creando senso di appartenenza, condivisione e
incontro tra culture e generazioni diverse. Un momento di gioia e divertimento, ma
anche di rinnovamento e riflessione in cui si ricorre al linguaggio universale della
musica come potente mezzo di coesione sociale, in grado di superare qualsiasi
barriera culturale e linguistica. Spazio, anche quest’anno, alle attività per bambini e
ragazzi che potranno vivere l’anima della festa partecipando attivamente ai laboratori
sui trucchi e costumi e ingegnandosi nella costruzione di maschere in cartapesta”.
“Il Carnevale è una festa sovversiva che punta a rovesciare i paradigmi nel segno
della rigenerazione, per questo l’Amministrazione comunale ha voluto promuoverla
anche quest’anno come una sorta di evento sonoro e visivo paradossale e beffardo,
nel quale le scene underground e le avanguardie potessero contaminarsi con le
tradizioni del folklore globale in un grande gioco istrionico in grado di distoglierci, per
un momento, dalla nostra realtà – commenta il consigliere per le biblioteche e la
programmazione culturale integrata Andrea Mazzucchi – Sottencoppa è una
proposta che non mira a sostituire ma ad aggiungersi alla già ricchissima offerta di
parate in maschera dei Carnevali autonomi di quartiere che sono la vera anima del
Carnevale napoletano”.

“Un Carnevale sonico – sostiene il direttore artistico Giulio Nocera – è un modo per
ripensare, attraverso il potente simbolo della maschera, i concetti di identità e di
cultura: i suoni, le voci, gli strumenti, i generi, quelli della città e quelli lontanissimi –
dall’Egitto all’Iran, dall’Uganda alla Bosnia, dallo yaybahar al setar – sono maschere
sonore, storie acustiche dell’umano che si traveste e che attraverso il gioco della voce
festeggia e protesta. Insieme, nella ripetizione del ritmo, si ritrova il sacro e si
ripensano le forme tradizionali, riscrivendo la propria storia”. Carnevale ribalta e
ridefinisce l’ordine costituito. Saltano le distinzioni e si esaltano le intenzioni.
“L’ambizione è generare uno spazio di trasformazioni e mascheramenti sonori in cui
possano convivere pop, avanguardia, musiche della tradizione, poesia sonora,
strumenti antichi, strumenti inventati, strumenti elettronici. Uno spazio di liberazione
e rigenerazione che stabilisce la simbiosi di ritmi fratelli e l’incontro di scenari
espressivi distanti”, aggiunge Nocera.

Il programma è immaginato come una parata di maschere sonore. Apparizioni che
manifestano una drammaturgia tesa a guidare gli spettatori in una avvincente
scoperta di diversità e somiglianze. Aprono le danze nella Chiesa di San Potito sabato
10 febbraio, il gruppo Tenore Supramonte di Orgosolo con il suo canto misterioso,
nato probabilmente in tempi antichissimi dall’imitazione di versi di animali e suoni
della natura e inserito dall’Unesco nei patrimoni orali e immateriali dell’umanità. Dal
canto sardo alla musica persiana con Kiya Tabassian e Benham Samani che
presentano Splendours of Persian Music, un concerto in cui i musicisti si pongono di
fronte all’ignoto ed esplorano letteralmente i suoni in ogni istante invitando il pubblico
alla ricerca di uno stato di estasi che avvicini all’invisibile. Si procede così dalla
sgangherata e tragicomica poesia di Uomo Uccello, al secolo Claudio Montuori,
artista di strada che assume le vere e proprie sembianze di un uccello regalando un
delicatissimo spettacolo musicale capace di far innamorare adulti e bambini, a
Holland Andrews, che attraverso l’uso di tecniche vocali complesse evoca paesaggi
sonori di vulnerabile bellezza. Spazio allo yaybahar, strumento post-tradizionale
inventato dal turco Gorkem Sen e capace di emettere un suono dalla parvenza quasi
digitale, senza l’uso di alcun tipo di elettrificazione, e poi ai virtuosismi del bosniaco
Mario Batkovic dedito all’estensione dell’universo della fisarmonica oltre i limiti
dell’immaginabile nel solco della lezione della continuous music e dei grandi
minimalisti americani. Sarà inoltre il tempo della poesia e delle voci sublimi
dell’egiziano Abdullah Miniawy (scrittore/cantante/compositore/ attore), che
presenta per la prima volta in Italia il suo nuovissimo progetto in solo per voce ed
elettronica. Dopo una prima edizione dedicata al sollevamento in superficie
dell’underground e dell’emergente, Sottencoppa 2024 sceglie di includere nella sua
programmazione un artista internazionale affermato come Josiah Wise, in arte
serpentwithfeet, icona musicale queer e del soul/r’n’b contemporaneo – da alcuni
definito come il perfetto incrocio tra Nina Simone e Bjork – in Europa per questa
esclusiva tappa napoletana a pochi giorni dal lancio del suo ultimo album. Anche la
scena musicale partenopea più giovane è chiamata a partecipare alla festa: dal rap
viscerale e travolgente dei Laxxard al rock-noise dolcemente alienante dei Radford
Electronics, fino alla prima esecuzione a Napoli di “doppiopasso”, creazione per 10
ottoni firmata dal compositore napoletano Renato Grieco che gioca a smontare lo stereotipo della banda.

A loro si aggiunge la compositrice, produttrice e cantante capitolina Francesca Palmidessi, portatrice di sperimentazione pop non convenzionale e il duo Abidjan Centrale che propone una selezione di rarissime musiche legate a riti e feste del continente africano.
Continua anche in questa edizione la collaborazione con il collettivo panafricano Nyege
Nyege, questa volta attraverso la presenza dirompente di HHY and the Kampala
Unit che, con i loro ritmi percussivi mutevoli, generano una continua e contagiosa
tensione tra rottura e stabilità. Oltre ai concerti, grande attenzione verrà posta ai
laboratori dedicati a bambini e ragazzi con la costruzione di maschere utilizzando
materiali di riciclo e con laboratori dedicati al teatro delle guarattelle e al
travestimento tout court.

 

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