Camorra, operazione dei Carabinieri a Torre del Greco, 20 arresti.

CarabinieriOperazione contro il clan Falanga a Torre del Greco, nel Napoletano, dove i carabinieri stanno eseguendo una ventina di arresti.

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsione, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e porto e detenzione di arma da fuoco.

Durante l’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, è emerso che le piazze di spaccio della zona venivano rifornite proprio dal clan Falanga il quale reperiva la droga nell’hinterland del capoluogo partenopeo.

Gli inquirenti hanno scoperto un presunto accordo stipulato tra il gruppo dei Falanga e quello degli Ascione-Papale per dividersi gli affari illeciti a Torre del Greco e un’estorsione ai danni di una società napoletana di “video-lottery”.

Attraverso dei “pizzini” consegnati alla compagna il boss del clan Falanga, Maurizio Garofalo, dal carcere, dava indicazioni ai suoi uomini su come suddividere i proventi delle attività illecite della cosca, attiva principalmente nel traffico di droga e nelle estorsioni. É quanto emerso nell’ambito delle indagini che stamattina hanno portato i carabinieri di Torre del Greco (Napoli) ad arrestare 23 persone (di cui 19 in libertà) ritenute appartenenti ai clan alleati Falanga e Ascione Papale. I soldi, è emerso ancora dall’attività investigativa, venivano utilizzati anche per pagare le cosiddette “mesate” (stipendi, ndr) agli affiliati in libertà e alle famiglie di quelli finiti in carcere.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Si è anche fatta luce, fanno sapere gli inquirenti, anche su un’estorsione ai danni del titolare di una società di video-lottery che installava slot-machine in un centro scommesse di Torre del Greco: sempre Maurizio Garofalo, attraverso due suoi affiliati, avrebbe costretto l’imprenditore a versare 500 euro al mese per “concedergli” la possibilità di portare avanti le sue attività.

Nel corso delle indagini, andate avanti dal 2014 al 2015, sono state arrestate in flagranza di reato quattro persone e sequestrati 2,3 chilogrammi hashish e quasi un chilo di marijuana. (ANSA).