Da Napoli l’algoritmo che misura l’impatto COVID-19 sulle ricerche Google.

Come sono cambiate le priorità degli italiani in questo primo mese di lockdown? E, più in generale, come sono cambiate le ricerche su Google per effetto del Coronavirus e delle misure di contrasto al contagio? Ora è possibile scoprirlo grazie a SEOZoom, la suite SEO e Web marketing più utilizzata in Italia e sviluppata a Napoli da Ivano Di Biasi e Giuseppe Liguori, che ha lanciato il primo algoritmo al mondo in grado di valutare l’impatto del Covid-19 sulle ricerche su Google.

Lo strumento si chiama proprio “impatto Covid-19” ed è capace di analizzare e misurare come sono cambiate davvero le ricerche su Google per effetto del Coronavirus, che ha avuto aspetti dirompenti anche su questo aspetto delle nostre vite. Come spiegano da SEOZoom, aiuterà a migliorare la comprensione dei trend di ricerca per chi lavora in ambito digital a qualsiasi livello, da blog a giornali a consulenti professionali.

La diffusione del Covid-19 ha stravolto completamente anche il mondo della ricerca online, perché le persone hanno adattato pratiche ed esigenze alla nuova realtà con cui si confrontano ogni giorno, fatta di isolamento, smart working, didattica a distanza, ansie e impossibilità di vivere la vita allo stesso modo di prima. E queste modifiche sono evidenti anche su Google che – ancor più che giornali online o tv – è il primo mezzo di informazione per milioni di italiani: per scoprire le ultime notizie o per ottenere informazioni rapide, si usa il motore di ricerca, magari da smartphone, che poi reindirizza ad altre fonti.

Per chi gestisce siti web o comunque opera nel settore digitale, avere informazioni sulla portata del cambiamento delle abitudini di ricerca su Google è fondamentale per restare competitivi e intercettare i nuovi bisogni e le intenzioni di ricerca delle persone, che tecnicamente si chiamano search intent. Tutti gli strumenti, però, offrono solo fotografie basate su medie statistiche relative a periodi di normalità, precedenti il Coronavirus, e pertanto non sono più attendibili a causa di questo evento improvviso, che ha totalmente invalidato il senso stesso di queste procedure.

In pratica, la media tradizionale basata sui 12 mesi precedenti non ha più continuità in uno scenario mondiale assolutamente differente, e quindi i volumi di ricerca di molte parole chiave mostrati dai vari tool non sono più affidabili e precisi.

“Ci siamo resi conto che il Covid-19 sta cambiando il mondo Search, che sta cambiando i search intent degli utenti, e abbiamo realizzato un algoritmo per comprendere le oscillazioni del mercato legato all’evento straordinario COVID-19”, spiegano Ivano Di Biasi e Giuseppe Liguori, CEO di SEOZoom. Se finora i flussi delle ricerche degli utenti su Google seguivano un andamento piuttosto standard e regolare, scandito generalmente dai ritmi di stagione, l’impatto del Coronavirus si è fatto sentire anche in questo scenario, rendendo necessario un intervento per offrire risposte a chi lavora online.

“Noi teniamo molto alla precisione dei dati e abbiamo voluto offrire una funzione innovativa e utile ai nostri utenti, che così possono avere informazioni chiare e capire cosa sta succedendo alle ricerche oggi, praticamente in tempo reale”, aggiungono Di Biasi e Liguori.

In termini tecnici, il nuovo “algoritmo Coronavirus” – primo al mondo – è in grado di proiettare l’interesse mostrato nei 12 mesi precedenti sullo scenario reale odierno utilizzando i trend di ricerca, ed è già integrato e in funzione per tutti gli abbonati alla SEO suite.

Per comprendere la portata di questo strumento possiamo analizzare alcuni esempi macroscopici, relativi ai termini di ricerca (query) “viaggi”, “pane fatto in casa” e “attrezzatura palestra”: nell’analisi tradizionale, queste tre query avevano un volume di ricerca medio mensile pari rispettivamente a 22.200, 18.100 e 1.000 ricerche. Se gli altri tool mostrano ancora questi dati anche nello scenario attuale, il nuovo algoritmo di SEOZoom rivela invece che la ricerca di “viaggi” oggi è crollata a 6.600, mentre al contrario sono aumentati gli italiani che hanno digitato “pane fatto in casa” su Google, fino a una media di 673.000, o che hanno cercato informazioni sulla “attrezzatura palestra”, salita a 18.100 ricerche.

Le motivazioni di queste oscillazioni sono facili da comprendere pensando all’attuale situazione e alle nuove priorità degli italiani: viaggiare è impossibile e sicuramente non è il primo pensiero delle persone a casa (e il turismo online è in generale uno dei settori che ha visto i crolli maggiori in termini di ricerche e di visite sui siti), mentre al contrario è molto più urgente la necessità di scoprire metodi per preparare del pane o per mantenersi in forma anche in casa, in rispetto alle ordinanze e alle misure di sicurezza.

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