MU come Museo, MU come Musica, MU come Roberto Murolo, è con la presentazione della corporate identity che è stata presentata oggi alla stampa la Casa Museo Roberto Murolo, in via Cimarosa 25 al Vomero, dove l’epigono della canzone napoletana classica dell’era moderna è cresciuto e ha vissuto fino alla sua scomparsa. Una casa frequentata da artisti del calibro di Libero Bovio fino a Fabrizio De Andrè.
Restituire alla città un pezzo fondamentale della sua storia culturale e musicale: la canzone napoletana, un patrimonio culturale, materiale e immateriale, senza confini, che non è solo testimonianza di una parte significativa della storia di Napoli, ma anche un volano capace di generare valore per il territorio.
È con questo spirito che Mario Coppeto, presidente della Fondazione Roberto Murolo, annuncia l’istituzione e l’imminente apertura del MU – Casa Museo Murolo, in via Cimarosa 25 (Vomero) aprendo ai cittadini e ai turisti la casa della famiglia degli artisti napoletani (padre e figlio, Ernesto e Roberto) per renderla un luogo fruibile alla città attraverso visite guidate, attività di formazione, studio e consultazione, sui modelli della casa di Lucio Dalla a Bologna e di Amalia Rodrigues a Lisbona, questa è l’unica casa museo possibile a Napoli.
Sulla scia di un protocollo d’intesa già attivo con l’Università Federico II e di una partnership con Napulitanata, associazione giovanile impegnata nella valorizzazione della canzone napoletana, e in attesa di formalizzare un accordo con il Conservatorio San Pietro a Majella, ripartono le attività della Fondazione Murolo e contestualmente, si istituisce e si apre al pubblico il MU – Casa Museo Murolo.
La direzione è già chiara: la Fondazione punta a stipulare e consolidare protocolli d’intesa e partnership sul territorio, sia con enti istituzionali sia con associazioni, soprattutto giovanili. Di questo e tanto altro si è parlato durante la conferenza in cui Mario Coppeto, presidente della Fondazione Murolo, ha annunciato l’imminente apertura del MU al pubblico, presentando il progetto, i valori che lo guidano e le partnership. La conferenza ha visto il supporto e la partecipazione delle istituzioni, in particolare del Comune di Napoli.
In collegamento audio, Renzo Arbore ha raccontato della grande amicizia che lo legava a Roberto Murolo, ricordando, come fa spesso, di essere cresciuto con la sua musica. L’eclettico artista originario di Foggia definisce il cantante napoletano un crooner straordinario che ha curato la più bella e completa antologia delle canzoni classiche napoletane. Nel dopo guerra, Murolo ha rilanciato la canzone napoletana anche tra gli intellettuali, la borghesia e gli italiani del Nord grazie al suo modo elegante di interpretare i brani. Arbore ha dedicato un affettuoso ricordo anche al compianto Nando Coppeto con cui ha felicemente sostenuto Murolo. “Regalai un disco di Murolo anche a Woody Allen”, racconta Arbore, “la sua musica rimarrà immortale anche perchè gli arrangiamenti per sola voce e chitarra non sentono il segno dei tempi.”
«Napoli è amata a livello internazionale per il suo ricchissimo patrimonio culturale e la canzone napoletana ne è la maggiore espressione. Non c’è nessuno al mondo che non sappia canticchiare ‘O sole mio – dice l’Assessora al Turismo Teresa Armato – E si fa molto bene a tutelare questo straordinario tesoro di talento e creatività conservandolo in un museo dedicato, valorizzando l’arte di Ernesto e Roberto Murolo e ricordando in generale quanta ricchezza arriva da Napoli per la musica contemporanea tutta con progetti di formazione per i giovani».
«La canzone napoletana è l’essenza della cultura musicale della nostra città nel Mondo ed è in continuo fermento ed evoluzione: dai grandi classici dei secoli scorsi, passando per geni come Pino Daniele e tantissimi altri fino alle più recenti leve urban e rap ma anche world pertanto non può che sostenersi il meritorio lavoro che prima il compianto Nando ed ora Mario Coppeto con la Fondazione stanno portando avanti in coerenza con gli obiettivi del progetto del Sindaco Napoli città della Musica», dichiara Ferdinando Tozzi.
La Fondazione Roberto Murolo onlus, ha sede nel quartiere Vomero di Napoli, nella storica abitazione della famiglia, oggi Casa Museo Murolo, in via Cimarosa 25. Il palazzo, parte integrante del complesso edilizio della Funicolare Centrale di piazza Fuga, fu costruito nel 1928. Si trova sul percorso che porta, anche attraverso scale mobili a Castel Sant’Elmo e al complesso museale della Certosa di San Martino. L’appartamento, composto da otto ambienti, ripostigli e servizi per un totale di 160 metri quadrati è collocato al piano ammezzato dell’edificio e, sin dalla costruzione, è stato la residenza della famiglia Murolo. In queste stanze, delle quali sono state salvaguardate conformazione, tinta e decorazioni, ancora arredate con l’antico mobilio ottocentesco e le suppellettili dell’epoca, prima il poeta e drammaturgo Ernesto e poi suo figlio Roberto, hanno ospitato grandi personaggi della cultura napoletana: da Salvatore Di Giacomo ai fratelli De Filippo, da Libero Bovio a Totò, da Raffaele Viviani a Roberto Bracco, da Francesco Paolo Tosti al maestro Ernesto Tagliaferri per citarne alcuni. Personalità che, nel corso degli anni, diedero vita a un ideale “cenacolo”, caratterizzato da discussioni e progetti musicali, teatrali, radiofonici, giornalistici e cinematografici. Sulla facciata dell’ingresso sono poste due lapidi commemorative ad opera del Comune di Napoli. La prima, risalente agli anni Sessanta del secolo scorso, ricorda la figura del grande poeta Ernesto Murolo, padre di Roberto, mentre l’altra è stata collocata nel 2012, in occasione del centenario della nascita del maestro.
FB e IG @Fondazionerobertomurolo
Pietro Pizzolla